Gli Stati dicono sì alla dichiarazione internazionale sulle armi esplosive
È arrivata oggi alle battute finali il processo di negoziazione della Dichiarazione politica internazionale per proteggere i civili dalle conseguenze derivanti dall’uso delle armi esplosive nei contesti urbani (aree popolate). L’ultimo round di consultazioni si è svolto al Palais des Nations a Ginevra sotto la guida dell’Irlanda, che ha guidato il processo negoziale partito con la Conferenza di Vienna del 2019.
Questo risultato è frutto della decennale attività di advocacy della Rete internazionale INEW, composta da più di 45 organizzazioni umanitarie in tutto il mondo impegnate nella protezione dei civili nei conflitti armati. In Italia hanno aderito Campagna Italiana contro le Mine, Rete Italiana Pace e Disarmo e l’Associazione Nazionale Vittime Civile di Guerra (ANVCG) a cui ne è stato affidato il coordinamento su territorio nazionale e la cui coordinatrice Sara Gorelli segue i lavori a Ginevra.
La versione definitiva del testo presentata ha incontrato il parere favorevole dalla stragrande maggioranza degli Stati presenti, inclusi molti di quelli che, nelle precedenti sessioni, si sono dimostrati scettici sugli scopi della Dichiarazione.
Sebbene lo scorso 6 aprile 2022 la Commissione Affari Esteri della Camera abbia approvato la risoluzione 7-00813 che vincola il Governo a sostenere e ad adottare iniziative per valorizzare la Dichiarazione, l’Italia quest’oggi si è limitata ad esprimere supporto all’iniziativa, senza menzionare alcun impegno di firma.
ANVCG, Campagna Italiana contro le Mine e Rete Italiana Pace e Disarmo chiedono che l’Italia dia seguito agli impegni presi con la Risoluzione 7-00813, impegnandosi a firmare la Dichiarazione politica e confermando così il suo impegno per la protezione dei civili nei conflitti armati.