Il danno inaccettabile delle armi esplosive

Il danno inaccettabile delle armi esplosive

L’uso di armi esplosive in aree popolate causa danni estesi, sostanziali e continui

Quando le armi esplosive vengono utilizzate in aree popolate, i loro effetti tendono a essere indiscriminati, con una percentuale impressionante di morti e feriti inflitti ai civili. Spesso causano alti livelli di danni immediati e a lungo termine a individui e comunità. L’esplosione e la frammentazione degli esplosivi uccidono e feriscono le persone nell’area in cui esplodono e danneggiano oggetti, edifici e infrastrutture. Le vittime e i sopravvissuti alle armi esplosive possono trovarsi ad affrontare problemi a lungo termine di disabilità, danni psicologici ed esclusione sociale ed economica. La distruzione di infrastrutture vitali per la popolazione civile, tra cui acqua e servizi igienici, abitazioni, scuole e ospedali, priva i civili dell’accesso ai beni di prima necessità e determina un modello di sofferenza più ampio e a lungo termine.

Sia gli Stati che gli attori non statali usano la violenza esplosiva. Per la maggior parte degli Stati, le armi esplosive sono strumenti militari e non sono considerate appropriate per l’uso nelle forze dell’ordine a causa del rischio che comportano per la popolazione. INEW promuove il riconoscimento che l’uso di armi esplosive da parte di uno Stato tra la sua stessa popolazione è un indicatore concreto di una crisi in corso. Anche l’uso di ordigni esplosivi improvvisati in aree popolate, spesso da parte di gruppi armati non statali, è una delle principali cause di danno. Sebbene gli ordigni esplosivi improvvisati siano utilizzati in attacchi contro obiettivi militari, spesso vengono usati direttamente contro le popolazioni civili. A prescindere dalle dinamiche politiche di questi attacchi, questo modello dovrebbe essere riconosciuto come un grave problema umanitario.

 

Scheda sulla violenza esplosiva 2011-2021

  • Quando le armi esplosive sono usate nelle aree popolate (zone urbane), il 91% delle vittime appartiene alla popolazione civile. La percentuale scende al 25% quando le armi esplosive sono usate al di fuori delle zone urbane
  • In totale i civili uccisi e feriti nelle aree popolate in oltre dieci anni (2011-2021) sono stati 238.892. Il dato è ricavato monitorando solo i media di lingua inglese e non tiene conto dei media in lingua locale
  • L’impatto umanitario delle armi esplosive è considerato uno schema di danno ben riconoscibile, con conseguenze dirette sulla vita degli individui e indirette nel breve e lungo periodo sulla vita delle comunità (i cosiddetti “effetti riverberanti”)
  • Nel 2021 i paesi dove si sono verificati più casi di uso di armi esplosive ai danni dei civili sono stati Afghanistan, Siria, Gaza e Iraq, cioè stati in cui si combattono da lungo tempo alcune delle guerre più sanguinose al mondo
  • Secondo INEW e la Croce Rossa Internazionale, i punti della Dichiarazione che garantiscono una maggiore protezione dei civili nei conflitti armati sono: riconoscimento del danno umanitario causato dalle armi esplosive; restrizioni e limitazioni di uso nelle aree urbane delle armi esplosive; riconoscimento del danno alle vittime e assistenza; raccolta e scambio di dati sull’uso di queste armi da parte degli Stati
  • Finora 112 paesi in tutto il mondo hanno riconosciuto pubblicamente il danno umanitario derivante dalle armi esplosive, ma poco più della metà, per il momento ha deciso di impegnarsi concretamente per alleviarne l’impatto firmando la Dichiarazione

 

QUAL È IL PROBLEMA?

Le armi esplosive, in particolare le armi esplosive che colpiscono una vasta area attraverso l’esplosione e la frammentazione, uccidono e feriscono un gran numero di civili se utilizzate in aree popolate. Questo modello di danno è stato ampiamente documentato in diversi contesti, tra cui recentemente in Ucraina, così come in Afghanistan, Etiopia, Gaza, Iraq, Libia, Siria e Yemen. In media, i civili rappresentano il 90% delle vittime di armi esplosive ogni anno.
Le armi esplosive non solo uccidono e feriscono. Il loro uso ripetuto o prolungato, nello specifico, causa anche gravi disagi psicologici, tra cui l’esperienza di vivere sotto i bombardamenti e di perdere – e la paura di perdere – i propri cari. Gli attacchi che comportano l’uso di armi esplosive spesso distruggono infrastrutture, il che incide sulla fornitura di servizi alla popolazione civile, che è vitale per il loro benessere e la loro sopravvivenza, anche attraverso danni e distruzione di abitazioni, scuole e ospedali, così come le reti elettriche, i sistemi idrici e sanitari, con conseguente spostamento forzato delle persone, interruzione dell’istruzione e la perdita di assistenza sanitaria. L’uso di armi esplosive crea enormi volumi di detriti e rifiuti, e il rilascio di materiali pericolosi, ponendo ulteriori minacce alla popolazione anni dopo la fine del conflitto, tra gli altri gravi effetti riverberanti. Inoltre, la rimozione di ordigni inesplosi tra le macerie è un’impresa particolarmente impegnativa e che richiede molte risorse.

COSA SONO LE ARMI ESPLOSIVE?
Le armi esplosive sono armi convenzionali che detonano esplosivi per colpire un’area con esplosione e frammentazione. Sono disponibili in una vasta gamma di tipi e dimensioni. Ci sono molti tipi di armi esplosive, tra cui bombe mortaio, proiettili di artiglieria, razzi e bombe aeree. Queste armi esplodono – uccidendo e ferendo persone, o danneggiando veicoli ed edifici, attraverso l’esplosione e la frammentazione che un’esplosione crea intorno al punto di detonazione. Diversi tipi di armi esplosive possono essere lanciate in modi diversi (alcuni sono sparati da terra, altri sono lanciati per via aerea), e possono variare nella scala degli effetti che provocano, ma condividono tutte la tendenza a provocare esplosione e frammentazione nell’area colpita.
Molti sistemi di armi esplosive sono stati progettati per l’uso in campi di battaglia aperti e hanno conseguenze devastanti quando utilizzati in aree popolate con concentrazioni di civili e infrastrutture essenziali per la loro sopravvivenza.

ALCUNE ARMI ESPLOSIVE SONO MEGLIO DI ALTRE?
Di particolare preoccupazione sono i sistemi di armi esplosive che hanno effetti di ampia area. Tali effetti derivano da: la precisione dell’arma, la dimensione dell’esplosione e il raggio di frammentazione risultante dalla potenza esplosiva dell’arma, e l’uso di munizioni multiple in un’area. Queste caratteristiche possono funzionare da sole o in combinazione per creare effetti su ampia scala. L’uso di questo tipo di armi nelle aree popolate mette i civili a grave rischio di danni. Anche se l’attacco è mirato a un obiettivo militare specifico è probabile che colpisca le persone presenti nell’area circostante. Alcune armi esplosive sono intrinsecamente imprecise e l’utente non può sapere con sufficiente certezza dove colpiranno. Le armi ad effetto ad ampia area includono anche grandi bombe aeree, lanciarazzi multi-barile, artiglieria pesante, mortai e missili.

COSA S’INTENDE PER “AREE POPOLATE”?
Le aree popolate includono villaggi, città, e altri luoghi in cui i civili sono concentrati o sono probabilmente presenti. Le “aree densamente popolate” e “la concentrazione di civili” sono termini giuridici stabiliti in relazione alla protezione dei civili e alla regolamentazione della condotta delle ostilità. Questa terminologia è utilizzata anche nella giurisprudenza riguardante i diritti umani sull’uso della forza. Nel diritto umanitario internazionale (IHL), il Protocollo addizionale I (1977) nelle Convenzioni di Ginevra vieta il bombardamento verso “qualsiasi città, villaggio o altra area in cui sia presente una concentrazione alta di civili” e il Protocollo III della Convenzione su alcune armi convenzionali definisce “concentrazione di civili” come “permanente o temporanea, come nelle parti abitate di città, o villaggi abitati, o come in campi o colonne di rifugiati o sfollati, o gruppi di nomadi.”

QUESTO PROBLEMA STA PEGGIORANDO?
L’uso di armi esplosive non è un fenomeno nuovo di per sé. Per oltre cento anni, le armi esplosive sono state l’arma primaria utilizzata nei conflitti.
Ma come il mondo si è urbanizzato, così anche i conflitti. Di conseguenza, un numero elevato di civili si ritrova ad affrontare quotidianamente bombardamenti e attacchi nei luoghi in cui vivono e lavorano. Anche il modo in cui si combattono le guerre è cambiato, in particolare “dove”: spesso i combattimenti avvengono nei centri abitati tra la popolazione civile e con armi progettate per l’uso in campi di battaglia aperti.
Anche se ci si è allontanati dai bombardamenti a tappeto della Seconda Guerra Mondiale, l’uso continuato di armi esplosive nelle aree popolate rappresenta ancora un modello inaccettabile di sofferenza civile.

QUALI AREE SONO MAGGIORMENTE COLPITE?
L’uso di armi esplosive nelle aree popolate è un problema diffuso e un modello di danno che è stato sperimentato in una serie di contesti diversi. Negli ultimi dieci anni sono stati documentati incidenti che hanno provocato danni civili a causa dell’uso di armi esplosive in 123 paesi. Alcuni dei paesi più colpiti includono Siria, Iraq, Afghanistan, Pakistan, Yemen, Nigeria, Somalia, Libia, Palestina (Gaza), Turchia, Ucraina, Libano e Filippine.