La società civile internazionale chiede un’azione urgente delle Nazioni Unite sullo Yemen

La società civile internazionale chiede un’azione urgente delle Nazioni Unite sullo Yemen

Più di 60 Organizzazioni sollecitano l’Assemblea Generale a istituire un nuovo meccanismo investigativo

L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite dovrebbe agire rapidamente per stabilire un meccanismo investigativo per raccogliere e preservare le prove dei gravi abusi dei diritti umani e delle violazioni delle leggi di guerra nello Yemen, è la presa di posizione odierna di una coalizione di più di 60 Organizzazioni della società civile internazionale (tra cui Rete Italiana Pace e Disarmo). Non agire non sarebbe solo un voto per l’impunità nello Yemen, ma equivarrebbe a un via libera per commettere ulteriori abusi e crimini di guerra.

Questo passo è urgentemente necessario alla luce del fallimento in ottobre del Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite nel rinnovare il mandato del Gruppo di Eminenti Esperti (GEE), che per più di quattro anni ha indagato e riferito sugli abusi dei diritti e altre violazioni del diritto internazionale da parte di tutte le parti del conflitto in Yemen.

“La sofferenza già inflitta ai civili nello Yemen richiede questo passo per affrontare l’impunità nel conflitto in corso e inviare un chiaro avvertimento agli esponenti di tutte le parti che saranno ritenute responsabili di crimini di guerra e altre gravi violazioni del diritto internazionale umanitario e dei diritti umani“, hanno sottolineato le Organizzazioni della società civile in una dichiarazione congiunta rivolta ai 193 paesi membri dell’Assemblea Generale.

Gli Stati membri dovrebbero creare un nuovo meccanismo investigativo permanente per dimostrare al popolo dello Yemen che le Nazioni Unite non chiuderanno un occhio sulle loro sofferenze e che sostengono la responsabilità internazionale per i crimini e gli abusi commessi. Il voto del Consiglio dei Diritti Umani è stato il risultato di un’aggressiva campagna di lobbying contro il Rapporto degli esperti GGE da parte dell’Arabia Saudita, sostenuta dagli Emirati Arabi Uniti, leader della coalizione militare nel conflitto dello Yemen, e altri alleati. “La comunità internazionale non può stare a guardare e permettere che questo voto sia l’ultima parola sugli sforzi di responsabilità per gli abusi e i crimini di guerra nello Yemen”, hanno detto le organizzazioni firmatarie.

I gruppi della società civile hanno esortato l’Assemblea generale delle Nazioni Unite a istituire un organismo indipendente e imparziale che indaghi e riferisca pubblicamente sulle più gravi violazioni e abusi del diritto internazionale commessi nello Yemen, raccogliendo e conservando anche le prove e preparando i dossier per possibili futuri procedimenti penali. “Un mandato così forte è necessario per garantire non solo che le gravi violazioni commesse nello Yemen siano esposte al mondo, ma anche che le potenziali vie di responsabilità per i crimini del diritto internazionale possano essere efficacemente sfruttate in futuro per affrontare l’impunità e fornire una riparazione efficace alle vittime”.

Tutte le parti in conflitto nello Yemen hanno compiuto abusi diffusi e sistematici, tra cui l’uccisione e il ferimento di decine di migliaia di civili. Dal 2015 la coalizione guidata da Sauditi ed Emirati Arabi Uniti ha condotto decine di attacchi aerei illegali che hanno ucciso e ferito civili e distrutto o danneggiato case, ospedali, scuole, mercati e altre infrastrutture civili, e ha armato e sostenuto gruppi armati locali e milizie che hanno commesso gravi abusi.
Le forze Houthi hanno sparato indiscriminatamente con mortai e lanciato razzi e altri missili in aree densamente popolate, comprese le città, nello Yemen e hanno lanciato indiscriminatamente missili balistici contro aree popolate in Arabia Saudita. Le parti in guerra hanno impedito agli aiuti umanitari salvavita di raggiungere coloro che ne hanno bisogno. Le Organizzazioni della società civile hanno ribadito che la condotta criminale di tutte le parti in conflitto ha provocato molte migliaia di vite civili e causato la peggiore crisi umanitaria del mondo nello Yemen.

Questa non sarebbe la prima volta in cui l’Assemblea Generale deciderebbe azioni coraggiose contro le diffuse e persistenti violazioni dei diritti umani. Nel 2016 ha creato il Meccanismo internazionale, imparziale e indipendente per raccogliere, conservare e analizzare le prove dei più gravi crimini di diritto internazionale commessi in Siria. Nel 2018, il Consiglio dei diritti umani ha creato un meccanismo simile per il Myanmar sulla scia dei crimini contro l’umanità del 2017 e del possibile genocidio commessi contro i musulmani Rohingya.

Riconoscendo l’urgente bisogno di valutazione delle responsabilità nello Yemen, decine di Stati membri delle Nazioni Unite (tra cui l’Italia) hanno già detto che la comunità internazionale dovrebbe “esplorare attivamente ulteriori meccanismi alternativi” per la responsabilità nello Yemen.
Il popolo dello Yemen ha bisogno di giustizia“, hanno detto le Organizzazioni della società civile promotrici dell’appello, “e la giustizia inizia con indagini e responsabilità. Il tempo di agire è ora“.

 

Le organizzazioni della società civile internazionale chiedono un’azione urgente delle Nazioni Unite contro l’impunità per i crimini dello Yemen


Per quasi sette anni il popolo dello Yemen è stato vittima di innumerevoli crimini di guerra e abusi dei diritti umani.

Fino al mese scorso il fatto che il Gruppo di Eminenti Esperti (GEE) del Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite documentasse i crimini di tutte le parti in conflitto e li riferisse al mondo attestava l’impegno ad affrontare la diffusa impunità per tali crimini. Segnalava ai civili dello Yemen che gli Stati membri delle Nazioni Unite non stavano chiudendo un occhio sulle loro sofferenze.

Ma non più. L’Arabia Saudita, sostenuta dagli Emirati Arabi Uniti, i leader di una coalizione militare nel conflitto dello Yemen, ha fatto pressioni sui membri del Consiglio per i diritti umani per porre fine al monitoraggio imparziale del GEE e ai suoi rapporti. Come risultato, i membri del Consiglio hanno respinto con un minimo scarto una risoluzione la cui adozione avrebbe rinnovato il mandato del GEE, infliggendo un duro colpo agli sforzi di accountability.
Come ha giustamente riassunto l’ambasciatore olandese all’ONU a Ginevra, ponendo fine al GEE, il Consiglio ha “fallito con il popolo dello Yemen”. La comunità internazionale non può stare a guardare e permettere che questo voto sia l’ultima parola sugli sforzi di responsabilità per gli abusi e i crimini di guerra nello Yemen.

Le organizzazioni sottoscritte chiedono all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite di muoversi rapidamente e stabilire un nuovo meccanismo internazionale di responsabilità per lo Yemen. Le sofferenze già inflitte ai civili nel paese richiedono questo passo per affrontare l’impunità nel conflitto in corso e inviare un chiaro avvertimento ai responsabili di tutte le parti che saranno ritenuti responsabili di crimini di guerra e altre gravi violazioni delle leggi internazionali umanitarie e dei diritti umani.

Tutte le parti in conflitto nello Yemen hanno perpetrato abusi diffusi e sistematici, tra cui l’uccisione e il ferimento di decine di migliaia di civili. Dal 2015, la coalizione guidata da Sauditi ed EAU ha condotto decine di attacchi aerei illegali che hanno ucciso e ferito i civili e distrutto o danneggiato case, ospedali, scuole, mercati e altre infrastrutture civili, e ha presumibilmente armato e sostenuto gruppi armati locali e milizie. Le forze Houthi hanno sparato indiscriminatamente con mortai e lanciato razzi e altri missili in aree densamente popolate, comprese le città, nello Yemen, oltre a lanciare indiscriminatamente missili balistici contro aree popolate in Arabia Saudita. Le parti in guerra hanno impedito agli aiuti umanitari salvavita di raggiungere coloro che ne hanno bisogno. La condotta criminale di tutte le parti in conflitto ha provocato molte migliaia di vite civili e causato la peggiore crisi umanitaria del mondo nello Yemen.

Le Organizzazioni sottoscritte chiedono all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite di istituire un organismo indipendente e imparziale che indaghi e riferisca pubblicamente sulle più gravi violazioni e abusi del diritto internazionale commessi nello Yemen, raccogliendo e preservando le prove e preparando i dossier per possibili futuri procedimenti penali. Un mandato così forte è necessario per garantire non solo che i gravi crimini di diritto internazionale commessi nello Yemen siano esposti al mondo, ma anche che le potenziali vie di responsabilità penale possano essere efficacemente sfruttate in futuro per affrontare l’impunità e fornire un efficace risarcimento alle vittime.

Questo è un obiettivo ambizioso, ma l’Assemblea generale ha già affrontato la sfida in passato, quando abusi gravi, diffusi e persistenti lo richiedevano. Per esempio, nel 2016, l’Assemblea generale ha creato il Meccanismo internazionale, imparziale e indipendente per raccogliere, conservare e analizzare le prove dei più gravi crimini di diritto internazionale commessi in Siria. Nel 2018, il Consiglio dei diritti umani ha creato un meccanismo simile per il Myanmar sulla scia dei crimini contro l’umanità del 2017 e del possibile genocidio commessi contro i musulmani Rohingya. Riconoscendo l’urgente bisogno di responsabilità nello Yemen, decine di Stati membri delle Nazioni Unite hanno già sollecitato la comunità internazionale a “esplorare attivamente ulteriori meccanismi alternativi” per monitorare la situazione dei diritti umani.

Gli Stati membri dell’Assemblea generale dell’ONU possono e devono creare un tale meccanismo di ricerca delle responsabilità per lo Yemen e garantire che sia dotato di risorse adeguate per svolgere il suo compito. È il minimo che possano fare per coloro che hanno sopportato sofferenze incommensurabili per quasi sette anni.
Il popolo dello Yemen ha bisogno di giustizia. E la giustizia inizia con indagini e responsabilità. Il tempo di agire è ora.

 


Segue la lista completa dei firmatari (64 al 2 dicembre 2021):

  1. Action on Armed Violence (AOAV)

  2. ACAT-France

  3. Africa Center for Security,Governance & Research

  4. Alkarama for Human Rights

  5. ALQST for Human Rights

  6. Allard K. Lowenstein International Human Rights Clinic, Yale Law School

  7. Americans for Democracy & Human Rights in Bahrain

  8. Amnesty International

  9. Avaaz

  10. Bridges for Yemen

  11. Cairo Institute for Human Rights Studies (CIHRS)

  12. Campaign Against Arms Trade (CAAT)

  13. Centre for Social Impact Studies

  14. Changemaker Norway

  15. CIVICUS

  16. Columbia Law School Human Rights Clinic

  17. Conflict and Environment Observatory

  18. DefendDefenders (East and Horn of Africa Human Rights Defenders Project)

  19. Defense Foundation for Rights and Freedoms

  20. Democracy School

  21. Development House

  22. European Center for Democracy and Human Rights (ECDHR)

  23. Egyptian Initiative for Personal Rights (EIPR)

  24. Femmes des medias pour la justice au Congo

  25. FOMICRES

  26. Global Action to Prevent War and Armed Conflict

  27. FundiPau (Fundacio per la Pau)

  28. Global Centre for the Responsibility to Protect

  29. Global Legal Action Network

  30. Gulf Centre for Human Rights

  31. Human Life Foundation for Development and Relief

  32. Human Rights Information & Training Centre- HRITC

  33. Human Rights Watch (HRW)

  34. International Commission of Jurists (ICJ)

  35. Human Rights Monitor Organization

  36. International Federation for Human Rights (FIDH)

  37. International Service for Human Rights (ISHR)

  38. Le Réseau d’action sur les armes légères en Afrique de l’Ouest, section Côte d’Ivoire (Le RASALAO-CI)

  39. MENA Rights Group

  40. Mwatana for Human Rights

  41. Partners Foundation

  42. PAX

  43. Peace Track Initiative

  44. People’s Federation for National Peace and Development (PEFENAP)

  45. Rete Italiana Pace e Disarmo

  46. Project Ploughshares

  47. Project on Middle East Democracy (POMED)

  48. Salam For Yemen

  49. SAM Organization Rights and liberty

  50. Sisters’ Arab Forum for Human Rights (SAF)

  51. Swedish Peace and Arbitration Society

  52. The Bahrain Institute for Rights and Democracy (BIRD)

  53. Truth Justice Memory Center

  54. Vision GRAM-International

  55. Vredesactie

  56. Watch for Human Rights

  57. WITNESS

  58. Win Without War

  59. Women for Peace and Democracy Nepal

  60. World Organisation Against Torture

  61. Women’s International League for Peace and Freedom

  62. Yemen Relief and Reconstruction Foundation

  63. Yemeni Archive

  64. Yemen Policy Center- Germany