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40° Premio “Colombe d’oro per la Pace” – Cerimonia di consegna
12 Ottobre ore 17:00 > 19:00
L’Istituto di ricerche internazionali “Archivio Disarmo” organizza la Cerimonia di consegna della 40a edizione del premio giornalistico “Colombe d’Oro per la Pace”
Sabato 12 ottobre, ore 17.00
Roma, Sala della Protomoteca del Campidoglio
Ore 17:00 Cerimonia
COLOMBE D’ORO 2024
Veronica Fernandes, Rainews 24
Matteo Pucciarelli, La Repubblica
Safwat Al Kahlout, Al Jazeera
Meron Rapoport, +972/Local Call
GIURIA
Fabrizio Battistelli, Dora Iacobelli, Riccardo Iacona, Dacia Maraini, Andrea Riccardi, Tana de Zulueta
COLOMBA D’ORO INTERNAZIONALE
Campagna Internazionale “Stop Killer Robots”
Ritira il Premio Peter Asaro Vice Chair della Campagna
E’ indispensabile prenotarsi inviando le generalità a info@archiviodisarmo.it. La prenotazione sarà assicurata fino ad esaurimento posti.
Medaglia del Presidente della Repubblica – con il patrocinio di Consiglio Nazionale Ordine dei Giornalisti
Il Premio Archivio Disarmo – Colombe d’oro per la pace, sezione giornalisti, assegnato a
Matteo Pucciarelli (la Repubblica), Veronica Fernandes (Rainews24),
Safwat Al Kahlout (Al Jazeera), Meron Rapoport (+972/Local Call),
Il Premio Archivio Disarmo – Colombe d’oro per la pace, sezione internazionale, assegnato alla
Campagna Stop Killer Robots
Giunge alla 40° edizione il Premio Colombe d’oro per la Pace, organizzato da Archivio Disarmo con il sostegno delle Cooperative aderenti a Legacoop.
La Colomba d’oro per la pace, disegnata dallo “scultore dei Papi” Pericle Fazzini, viene assegnata ogni anno a giornalisti e a una personalità internazionale che si sono impegnati per la pace. La Giuria è composta da Fabrizio Battistelli presidente di Archivio Disarmo, Dora Iacobelli, Riccardo Iacona, Dacia Maraini, Andrea Riccardi e Tana de Zulueta.
Il prossimo 12 ottobre, nella luminosa Sala della Protomoteca in Campidoglio concessa da Roma Capitale, verranno premiati a Roma quattro giornalisti.
Osserva Veronica Fernandes, giornalista della redazione Esteri di Rainews24: “Ci sono due cose che secondo me sono importanti nel giornalismo di guerra: la prima è rendersi conto che fotografare l’orrore è in qualche modo semplice. Invece dobbiamo sempre intrecciare il racconto dell’istante al contesto e alla Storia, mostrare le persone che intervistiamo come persone intere, non solo nel ruolo che hanno in quel momento, ad esempio vittima o carnefice. La seconda è che non è sufficiente esserci, ma serve interrogarsi costantemente su quello che vediamo e sull’effetto che chiedere ad una persona di condividere con noi il suo inferno provoca in lei quando noi ce ne saremo andati.”
Matteo Pucciarelli, giornalista della redazione politica de la Repubblica dichiara “Così come una nuova generazione di storici sta cominciando a raccontare gli avvenimenti non solo come un susseguirsi di guerre, come se la guerra fosse insita nella natura umana e motore della Storia, anche il giornalismo ha bisogno di rivolgere lo sguardo laddove si imparano teorie e pratiche nonviolente, basate sulla decostruzione dell’immagine del nemico, sull’internazionalismo, sulla giustizia sociale e ambientale”
Safwat Al Kahlout, corrispondente di Al Jazeera a Gaza, per sei mesi, dal 7 ottobre 2023, ha raccontato l‘ultimo capitolo della guerra israelo–palestinese e le sue devastazioni. Ricorda Safwat “Fin dai primi momenti dell’attacco israeliano ho capito che l’avvenimento avrebbe cambiato il destino di Gaza e di tutti noi. Per questo ho lavorato per raccontare al mondo la verità del conflitto. Il giornalismo a Gaza ha pagato un tributo enorme in termini di vite umane, di giornalisti e operatori rimasti vittime della guerra. Il lavoro del giornalista è prezioso e per questo sono onorato di ricevere questo premio che dedico a tutti i colleghi che hanno perso la vita sotto i bombardamenti”.
Meron Rapoport, giornalista nato e cresciuto in Israele, è editorialista di +972 Magazine, rivista online israelo-palestinese e direttore del sito gemello in lingua ebraica, Local Call. Afferma Rapoport: “In questi tempi bui in Israele, in Palestina e in tutta la regione, quando la libertà di stampa è minacciata e i giornalisti vengono uccisi mentre compiono il loro mestiere, è un grande onore per me ricevere da Archivio Disarmo il premio Colombe d’oro. Il giornalismo è sempre stato per me, più che un semplice lavoro, uno strumento per promuovere la giustizia, dare voce a chi non è ascoltato e combattere la falsificazione. Questo riconoscimento mi incoraggerà a continuare questa missione”.
Da tempo un network di 250 associazioni in tutto il mondo formate da cittadini, ricercatori, esponenti della società civile è impegnato a sensibilizzare l’opinione pubblica e i politici sul tema della Intelligenza Artificiale applicata alle armi.
Come già nel 2017, quando la Colomba d’oro internazionale fu assegnata alla Campagna per la messa al bando delle armi nucleari (ICAN), anche questa 40° edizione premia una Campagna internazionale, quella denominata Stop Killer Robots. L’obiettivo è prevenire il rischio che, con il pretesto della difesa, l’Intelligenza Artificiale sia sottratta al controllo umano. Ritira il premio Peter Asaro, Professore di filosofia della scienza e della tecnologia presso la School of Media Studies della New School di New York e vice presidente della Campagna.
Dichiara Asaro: “La Campagna Stop Killer Robots è onorata di ricevere il premio Colombe d’oro per la pace. L’Intelligenza Artificiale svolgerà un ruolo chiave nel modo in cui viviamo come individui, come società e come comunità globale, quindi è fondamentale stabilire una legge internazionale per regolare l’autonomia applicata ai sistemi d’arma. Sono inaccettabili la disumanizzazione, il bersaglio e l’uccisione di persone nei contesti militari tramite la IA, così come è da regolare il suo impiego nei compiti di polizia, nel controllo delle frontiere e nella società in generale. Le decisioni sulla vita o sulla morte non possono essere delegate alle macchine”.
A proposito della 79a Assemblea generale delle Nazioni Unite in corso in questi giorni a New York, Asaro sottolinea l’opportunità che viene offerta agli Stati di “agire con urgenza e mostrare una leadership politica continuativa sul tema delle armi autonome”.