L’invasione di Israele nel territorio sovrano libanese, che ha già causato più di 1000 morti e un milione di sfollati, e il conseguente attacco missilistico dell’Iran in Israele aggravano in modo drammatico la crisi in Medio Oriente. 

Da oramai un anno a Gaza la popolazione civile è sistematicamente sottoposta a bombardamenti da parte dello stato di Israele e le vittime sono in prevalenza bambini. 

Da quasi tre anni non si ferma la guerra russo-ucraina e il milione di persone morte ha meno voce delle continue richieste di armi e di reciproche minacce. 

Sono due dei tanti conflitti in corso nel mondo, ma sono quelli maggiormente rischiosi per il potenziale di escalation.  

Ogni giorno, come Paese, siamo chiamati  in causa e ci troviamo a dover decidere come affrontare ciò che sta avvenendo. La logica della vittoria sul nemico è quella che prevale, anche in Europa, togliendo spazio e dignità ad ogni voce che non sia ‘schierata’ per il riarmo e la continuità del conflitto.  

Ma è proprio nel momento in cui capi di stato e leader mondiali percorrono la strada della guerra per affrontare le controversie internazionali, è proprio in questo momento che con più chiarezza si capisce che è una strada senza uscita, un vicolo cieco.  Di fronte alle politiche di riarmo che sottraggono soldi al benessere dei cittadini per costruire morte, mobilitarsi per la Pace, per noi cittadine e cittadini italiani, significa riconoscersi nell’art. 11 della costituzione e adottarlo come strumento per la nostra politica internazionale: “l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”. Insieme a questo, occorre fermare l’invio di armi, adoperarsi per il disarmo e per la riduzione della spesa per le armi. 

 

 

Gli aderenti al sit-in con il “Tavolo contro tutte le guerre per la pace e i diritti umani” di Rovigo