Armi autonome: il voto ONU stimoli negoziati per un Trattato

Armi autonome: il voto ONU stimoli negoziati per un Trattato

È necessaria un’azione urgente per affrontare la minaccia urgente posta dai sistemi d’arma autonomi, per questo la volontà espressa dalla maggioranza degli Stati ONU deve portare ad una norma internazionale

Il numero record di Paesi che hanno votato a favore della seconda Risoluzione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite sui sistemi di armi autonome letali, o “robot assassini”, evidenzia l’urgente necessità di aprire i negoziati per un nuovo Trattato che li vieti. E’ questa la posizione della Campagna Stop Killer Robots e delle sue aderenti (tra le quali si trova Rete Italiana Pace Disarmo insieme ai principali gruppi della società civile a protezione dei diritti umani, come Human Rights Watch e Amnesty International).

Il 2 dicembre 2024, 166 Paesi hanno votato a favore della Risoluzione 79/L.77 sui sistemi di armi autonome letali, mentre 3 hanno votato no e 15 si sono astenuti. La risoluzione crea un nuovo forum sotto l’egida delle Nazioni Unite per discutere le gravi sfide e le preoccupazioni sollevate dai sistemi di armi autonome, per capire cosa poter fare al riguardo. Questi sistemi sono in corso di sviluppo per poter selezionare e applicare la forza letale verso bersagli umani, basandosi sull’elaborazione di dati provenienti da sensori piuttosto che a partire da valutazioni di esseri umani.

“L’ampio e crescente sostegno degli Stati alla risoluzione dell’Assemblea Generale sui sistemi d’arma autonome dimostra che c’è un forte interesse ad affrontare le preoccupazioni basilari e cruciali che derivano dall’eliminazione del controllo umano dall’uso della forza” ha dichiarato Mary Wareham, vicedirettrice per le crisi, i conflitti e le armi di Human Rights Watch. “La sfida ora è che gli Stati passino dal parlare di questa minaccia al negoziare un nuovo Trattato capace di fornire il quadro normativo necessario per prevenire un futuro di uccisioni automatizzate”.

La Risoluzione dell’Assemblea Generale del 2024 riconosce le “conseguenze negative e l’impatto dei sistemi d’arma autonomi sulla sicurezza globale e sulla stabilità regionale e internazionale, tra cui il rischio di una emergente corsa agli armamenti, di esacerbare i conflitti esistenti e le crisi umanitarie, gli errori di calcolo, l’abbassamento della soglia e l’escalation dei conflitti e la proliferazione, anche verso destinatari non autorizzati e attori non statali”.

La Risoluzione prende inoltre atto dei “ripetuti appelli del Segretario Generale [delle Nazioni Unite] a concludere con urgenza i negoziati per uno strumento giuridicamente vincolante che preveda divieti e regolamenti per i sistemi d’arma autonomi”. La Risoluzione non impone l’obbligo di negoziare un trattato perché un piccolo numero di Stati, in particolare gli Stati Uniti, si sono opposti vigorosamente.

La Risoluzione approva invece lo svolgimento di “consultazioni informali aperte” a New York nel corso del 2025 “per esaminare il rapporto del Segretario generale” e per “approfondire la comprensione della comunità internazionale delle questioni in gioco”. Il Segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres ha preparato il rapporto richiesto dalla prima risoluzione dell’Assemblea generale sui pericoli dei sistemi di armi autonome letali nel dicembre 2023. Un totale di 152 Paesi ha votato a favore della Prima risoluzione delle Nazioni Unite sui sistemi di armi autonome letali nel dicembre 2023, mentre 4 hanno votato no e 11 si sono astenuti.

L’Assemblea generale delle Nazioni Unite offre un forum inclusivo in cui ogni Stato membro dell’ONU può contribuire. La risoluzione 2024 specifica che le consultazioni informali saranno aperte alla partecipazione di tutti gli Stati membri delle Nazioni Unite e degli Stati osservatori, delle organizzazioni internazionali e regionali, del Comitato internazionale della Croce Rossa, delle organizzazioni non governative, della comunità scientifica e dell’industria.

Affrontare la sfida delle armi autonome sotto gli auspici dell’Assemblea Generale permetterebbe di prendere in maggiore considerazione le preoccupazioni che sono state trascurate nelle discussioni tenutesi finora. Queste includono le prospettive etiche, il diritto internazionale dei diritti umani, la proliferazione e l’impatto sulla sicurezza globale e sulla stabilità regionale e internazionale, in particolare il rischio di una corsa agli armamenti e di una soglia più bassa per i conflitti.

Alcuni sistemi d’arma autonomi esistono da anni, ma i tipi di obiettivi, la durata delle operazioni, la portata geografica e l’ambiente in cui tali sistemi operano sono stati limitati. Tuttavia, i progressi dell’intelligenza artificiale e delle tecnologie emergenti stanno stimolando lo sviluppo di sistemi d’arma autonomi che operano senza un significativo controllo umano, delegando le decisioni di vita e di morte alle macchine. La macchina, piuttosto che l’operatore umano, determinerebbe dove, quando o contro quale forza viene applicata.

La maggior parte dei proponenti del Trattato ha chiesto di proibire i sistemi d’arma autonomi che, per loro natura, operano senza un controllo umano significativo o i sistemi che hanno come obiettivo le persone, nonché di introdurre regolamenti che garantiscano che tutti gli altri sistemi d’arma autonomi non possano essere utilizzati senza un controllo umano significativo.

I Paesi che hanno votato contro la Risoluzione 2024 dell’Assemblea Generale sono stati: Bielorussia, Corea del Nord e Russia. Gli astenuti sono stati: Cina, Estonia, Figi, India, Iran, Israele, Lettonia, Lituania, Nicaragua, Polonia, Romania, Arabia Saudita, Siria, Turchia e Ucraina. Molti di questi Stati hanno investito pesantemente nelle applicazioni militari dell’intelligenza artificiale e delle tecnologie correlate per sviluppare sistemi d’arma autonomi aerei, terrestri e marittimi.

“Sono necessarie nuove regole internazionali esplicite per salvaguardare l’Umanità dalle minacce poste dalla rimozione del controllo umano dall’uso della forza. I governi che desiderano veramente affrontare le preoccupazioni sollevate dai sistemi di armi autonome dovrebbero partecipare ai colloqui di New York del prossimo anno con l’obiettivo di adottare un trattato giuridicamente vincolante” è la posizione espressa con forsza dal movimento della società civile internazionale – riunita nella Campagna “Stop Killer Robots” che si oppone all’automazione degli strumenti armati di guerra.