L’uso delle armi esplosive pesanti nelle città nel conflitto in Nagorno-Karabakh deve cessare
La presa di posizione della Campagna INEW, di cui anche la nostra Rete fa parte insieme alla Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra e alla Campagna Italiana contro le Mine
L’impiego di armi esplosive pesanti nelle città di Ganja e Stepanakert, e in altre città e aree popolate coinvolte nel conflitto del Nagorno-Karabakh, sta uccidendo, ferendo civili, e distruggendo infrastrutture vitali.
INEW chiede a tutte le parti in conflitto di interrompere l’uso di queste armi esplosive pesanti nelle zone popolate, a causa dell’elevato rischio di danni ai civili e di un aumento delle vittime tra di essi.
Il Comitato Internazionale della Croce Rossa riporta che centinaia di case e infrastrutture tra cui ospedali e scuole, così come strade, reti elettriche, del gas e di comunicazione, sono state distrutte o danneggiate dal fuoco di artiglieria pesante e da attacchi aerei con i missili, costringendo le famiglie a lasciare le città e trovare rifugio.
Ogni anno decine di migliaia di civili vengono uccisi e feriti da bombardamenti nelle aree urbane e in altre zone popolate con armi progettate per essere usate in campi di battaglia aperti. Molti altri subiscono ferite che cambiano la loro vita per sempre e la distruzione di case, ospedali, scuole e servizi vitali. L’impiego di armi esplosive è anche uno dei principali catalizzatori degli sfollamenti forzati, perché i civili fuggono per la propria incolumità. Gli ordigni inesplosi che rimangono dopo la fine di un conflitto ostacolano ulteriormente il ritorno sicuro dei civili nelle proprie case.
I bombardamenti nelle città del Nagorno-Karabakh evidenziano la necessità di nuovi standard internazionali contro l’uso di armi esplosive pesanti nelle città. Le armi esplosive pesanti sono quelle con effetti a largo raggio e includono armi che producono un’ampia zona di esplosione o diffondono frammenti e schegge in una vasta area intorno al punto di detonazione, armi che rilasciano più munizioni che bombardano a tappeto una certa zona, come sistemi di razzi a lancio multiplo, e armi imprecise, i cui effetti distruttivi si estendono ben oltre il bersaglio. Se utilizzate in città e zone in cui sono presenti alte concentrazioni di civili, il rischio di danni è elevato.
Oltre 100 paesi hanno riconosciuto i danni causati ai civili dall’uso di armi esplosive in città e nelle aree popolate. Gli Stati hanno avviato, sotto la guida dell’Irlanda, discussioni sullo sviluppo di nuovi standard internazionali per adottare regole più severe contro questo tipo di attacchi nelle zone urbane o comunque popolate.
INEW invita gli Stati ad includere nella elaborazione di una dichiarazione politica, un chiaro impegno ad evitare l’uso delle armi esplosive con effetti a largo raggio quando i combattimenti si svolgano nelle aree popolate.
(traduzione a cura della Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra)