Ucraina: l’uso delle armi esplosive sarà disastroso per i civili
L‘invasione militare dell’Ucraina e il conseguente l’uso di armi esplosive pesanti all’interno e e nei pressi delle principali città e zone popolate, solleva gravi preoccupazioni sulla protezione della popolazione civile.
“L’uso di armi esplosive, che include attacchi aerei, razzi con sistemi di lancio multiplo, missili e bombe nelle principali città, pone un rischio grave e prevedibile di morte e lesioni ai civili, compresi i danni causati dalla distruzione delle infrastrutture civili e servizi essenziali” , avverte Laura Boillot, Coordinatrice della Rete internazionale sulle armi esplosive (INEW). “INEW chiede a tutte le parti di interrompere l’uso di armi esplosive pesanti in paesi, città e altre zone popolate a causa dell’alto rischio di danni ai civili”, ha aggiunto.
L’intensificarsi del conflitto negli ultimi giorni è stato accompagnato dall’uso di armi esplosive, con attacchi aerei, razzi MLRS Grad, missili e mortai, che ha messo in pericolo la vita dei civili. La missione di monitoraggio speciale dell’OSCE ha segnalato un forte aumento delle esplosioni negli ultimi giorni, comprese oltre 1.400 esplosioni nel solo 23 febbraio 2022.
La situazione si sta evolvendo rapidamente, con notizie diffuse di esplosioni e un numero crescente di vittime civili. Alcuni incidenti preoccupanti includono: bombardamenti in aree residenziali che hanno ferito almeno 4 civili e danneggiato case e infrastrutture civili nella regione del Donbas in Ucraina; Human Rights Watch riferisce che una scuola sulla linea di contatto nel Donbas è stata colpita, e uno dei proiettili è caduto nella sala ricreativa dell’asilo; bombardamenti che hanno colpito la centrale elettrica di Shchastya e due importanti stazioni di pompaggio nella regione di Dontesk che servono oltre 1 milione di persone con acqua potabile e sono state rese inutilizzabili.
L’uso di armi esplosive con effetti a largo raggio nelle aree popolate rappresenta un rischio grave e prevedibile per i civili, provocando morte, lesioni e danni psicologici, e distruggendo case, ospedali, scuole, infrastrutture vitali e servizi su cui la popolazione civile fa affidamento. Ordigni bellici inesplosi rappresentano una minaccia continua ai civili durante e dopo le ostilità e impediscono il ritorno sicuro dei rifugiati e degli sfollati. Progettate per l’uso in campi di battaglia aperti, le armi esplosive hanno mostrato nell’ultimo decennio di produrre sempre lo stesso schema di danno, con un devastante tasso di vittime civili che arriva al 90% se utilizzate nel contesto di aree popolate come paesi e città.
Il conflitto armato in Ucraina – dove negli ultimi otto anni sono stati segnalati regolarmente bombardamenti di artiglieria – è stato mortale per i civili, che rappresentano l’89% delle vittime causate da armi esplosive. Il conflitto ha causato la fuga di oltre un milione di persone e ha lasciato gran parte delle case e delle infrastrutture della regione gravemente danneggiati e le persone sono rimaste senza acqua, gas o elettricità per giorni e settimane.
Le parti in conflitto hanno l’obbligo di rispettare il diritto internazionale e di proteggere la popolazione civile, anche dai danni causati dal danneggiamento e dalla distruzione di infrastrutture e servizi civili vitali.
In Italia le richieste della Rete INEW sono rilanciate dalla campagna “Stop Bombe sui Civili” coordinata dall’Associazione Nazionale Vittime Civili di guerra (che ringraziamo per la traduzione di questa presa di posizione internazionale) in collaborazione con Campagna Italiana contro le Mine e Rete Italiana Pace e Disarmo.