Don Tonino Bello, profeta di pace

Don Tonino Bello, profeta di pace

Vincenzo Pezzino, Pax Christi Italia

1.  Cenni biografici

Antonio Bello (di seguito, don Tonino) nasce il 18 marzo 1935 ad Alessano (Lecce). Si forma nei seminari di Ugento e di Molfetta. Completa gli studi a Bologna e nel dicembre 1957 viene ordinato sacerdote. Nel 1959 si laurea in Teologia presso la Facoltà Teologica di Milano.

Per lunghi anni svolge il suo ministero come educatore presso il seminario di Ugento. Nel 1962 diventa terziario francescano e nel 1965 consegue il Dottorato in Teologia presso l’Università Lateranense. Nel 1979 diventa parroco a Tricase (Lecce).

Nominato nel 1982 vescovo di Molfetta, Giovinazzo, Terlizzi, Ruvo, fa subito capire quale sarà il suo stile: Noi come Chiesa dobbiamo sostituire “ai segni del potere il potere dei segni!” (lungo tutta la scheda il corsivo indica sempre un’espressione di don Tonino). Promuove infatti iniziative di accoglienza per gli immigrati e realizza la Comunità di Accoglienza e Solidarietà Apulia (C.A.S.A.) per il recupero dei tossicodipendenti. Non esita ad ospitare nell’episcopio famiglie di senzatetto e profughi albanesi.

Come vescovo, prende l’abitudine, a Natale, di fare gli auguri agli esponenti politici della città con un messaggio di esortazione (pungente) circa la loro attività pubblica. Ben presto, anno dopo anno, l’uditorio si assottiglia vistosamente. Senza perdersi d’animo don Tonino registra su nastro auguri e riflessioni e li invia ugualmente ad amministratori e politici.

Nominato presidente nazionale di Pax Christi nel 1985, matura più profondamente il suo impegno come operatore di pace, sospinto proprio dagli avvenimenti e dai fermenti che affronta nella sua nuova carica. Così, denuncia instancabilmente le cause che producono guerra e fame. Si schiera contro le spese militari e il traffico di armi, e a favore dell’obiezione di coscienza.

Contribuisce sostanzialmente alla nascita della casa editrice “La meridiana” (1987), come pure alla fondazione della rivista “Mosaico di pace” (1990), pubblicazione mensile ufficiale di Pax Christi Italia. Dà vita al progetto della “Casa per la Pace” a Firenze, “luogo dove riparare le tende prima di riprendere il cammino”.

Già profondamente minato da un male incurabile, nel dicembre 1992 partecipa alla marcia di 500 pacifisti nella Sarajevo assediata. La sua ultima “Marcia per la Pace” promossa da Pax Christi il 31 dicembre 1992 si svolge proprio a Molfetta, dove si spegne il 20 aprile 1993.

2.  Don Tonino, vescovo scomodo, contro le armi e la guerra, a favore dei diritti e dei poveri

Nel decennio 1980-90 la Puglia è una fucina di iniziative di pace. Si protesta sia contro la militarizzazione del territorio che contro il nucleare. In particolare, il Governo Italiano ha deciso di installare i cacciabombardieri F-16 a Gioia del Colle. Don Tonino prende una chiara posizione contro la militarizzazione della Puglia. Su sua iniziativa, nel 1987, alcuni vescovi pugliesi firmano l’appello “Terra di Bari, terra di pace” e l’anno dopo la lettera “Puglia: arca di pace e non arco di guerra”.

Dal 1985 il movimento “Beati i costruttori di pace” organizza grandi incontri su tutti i temi più scottanti della pace all’Arena di Verona, dove, nell’aprile 1989, don Tonino interviene appassionatamente, lanciando l’appello “In piedi, costruttori di pace!” (vedi sitografia).

Nel gennaio 1991 don Tonino scrive la sua “Lettera ai parlamentari” contro la Guerra del Golfo.

Interviene a tutto campo, nei dibattiti, sui giornali, in televisione. Naturalmente è in sintonia con Giovanni Paolo II, che grida “Mai più la guerra, avventura senza ritorno”, ma, nonostante appelli e dichiarazioni con Pax Christi, non è molto compreso né all’interno né all’esterno dell’ambito ecclesiale.

Prende spesso la parola a favore dei poveri e degli emarginati. Quando prende le difese dei diritti dei profughi albanesi, viene addirittura fatto segno a ironia. Infatti, l’allora ministro degli Interni, Scotti, in una intervista invoca Dio con un’antica formula in latino, con le parole “A peste, fame et bello, libera nos domine” (da peste, fame e guerra, liberaci Signore), con una chiara allusione al vescovo di Molfetta!

3.  Don Tonino e mons. Luigi Bettazzi

L’amicizia di don Tonino e don Luigi Bettazzi (oggi vescovo emerito di Ivrea) risale a quando si trovano a Bologna, giovani preti, nella prima metà degli anni ’60 del secolo scorso, epoca in cui respirano la fresca aria della primavera conciliare. Don Luigi rimane l’amico di sempre di don Tonino. Si sostengono a vicenda nelle tante battaglie per la pace. Li vediamo ancora insieme nell’incredibile avventura della marcia dei 500 pacifisti a Sarajevo, nel dicembre 1992, quando don Tonino era già profondamente segnato dalla malattia. Infine, don Luigi gli è stato vicino fino in punto di morte e ne ha pronunciato l’elogio funebre a Molfetta nell’aprile 1993.

4.  I viaggi di don Tonino

Numerosi i viaggi di don Tonino sulle orme della pace, in terre martoriate: in Terra Santa, ottobre 1989; in El salvador, marzo 1990; in Etiopia, luglio 1990; infine, in Bosnia-Erzegovina, dicembre 1992, marcia di Sarajevo, più ampiamente illustrata di seguito.

5.  La marcia di Sarajevo e l’ONU dei popoli

Durante la guerra balcanica, dal 5 aprile 1992 Sarajevo è cinta d’assedio dalle truppe serbo-bosniache: vittime e sofferenze indicibili. Il movimento “Beati i costruttori di pace” organizza una marcia di pace, guidata da don Albino Bizzotto, con l’intento di raggiungere Sarajevo il 10 dicembre, anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Vi aderiscono circa 500 pacifisti da ogni regione d’Italia, tra i quali Raniero La Valle, alcuni giornalisti, alcuni parlamentari, e anche alcuni gruppi di stranieri. Don Tonino, già da tempo sofferente, vi partecipa con entusiasmo. A nulla valgono le pressioni per farlo desistere: è deciso ad andare “anche con le flebo”… Lo accompagna anche il vescovo don Luigi Bettazzi.

Il principale scopo della spedizione è quello di incontrare la gente di Sarajevo e testimoniare direttamente, con la presenza fisica, la solidarietà per la condizione drammatica in cui vive. Ci si sente vicini alla sofferenza di quelle persone e si vuole portare loro una speranza di pace. A giudicare dalle reazioni degli abitanti di Sarajevo questo obiettivo sarà pienamente raggiunto.

Dopo un viaggio avventuroso, prima attraverso l’Adriatico da Ancona a Spalato con il mare in tempesta, dopo su 10 pullman guidati da autisti croati, lentamente diretti verso Sarajevo per strade secondarie, il 10 dicembre non è possibile entrare nella città martoriata.

Il giorno dopo, verso sera, dopo un estenuante negoziato con i militari serbo-bosniaci, la spedizione entra finalmente nella città assediata, viene ricevuta da alcune autorità e sistemata in alcune palestre scolastiche. La mattina dopo, 12 dicembre, i pacifisti percorrono 2-3 Km nel centro cittadino, diretti ai quattro principali luoghi di culto delle varie comunità religiose: musulmana, cristiana cattolica, cristiana ortodossa, ebraica. La gente saluta dalle finestre o stringe le mani per la strada, ringrazia, applaude. Alcuni piangono. Le condizioni della città, determinata a resistere, sono terribili: bombardamenti, colpi dei cecchini, freddo, fame. Durante un incontro ecumenico in un cinema cittadino, alla presenza di tutte le autorità civili e religiose, si svolgono numerose testimonianze, tra cui quella molto intensa di don Tonino, e vengono distribuiti dei pani della pace. La spedizione si conclude già il 13 dicembre, attraversando l’Adriatico da Zara ad Ancona.

Le parole profetiche e le immagini suscitate da don Tonino nei vari momenti della spedizione costituiscono un forte sostegno spirituale e un punto di riferimento continuo per tutti i partecipanti. Egli esalta i valori della nonviolenza, ormai non più parola pronunciata da utopisti, ma oggetto di trattatistica scientifica. Invita le comunità cristiane ad essere più audaci, più profetiche, a non essere “semplici notaie dello status quo”. Paragona i protagonisti della marcia ad una “ONU dei popoli”, che riesce ad entrare a Sarajevo persino col buio, quando invece i convogli dell’altra ONU, quella dei potenti, dopo le 16 non possono più entrare nella città. Nella traversata di ritorno, nello scenario di un fantastico tramonto, durante la celebrazione eucaristica sul ponte della nave, paragonata a un nuovo tipo di cattedrale, usa la similitudine di una “Messa in cammino”.

6.  Don Tonino e la donna

Molto frequentemente negli scritti di don Tonino pace e nonviolenza confluiscono nel volto femminile. Innumerevoli i suoi riferimenti a donne coraggiose di tutte le epoche, da figure dell’Antico Testamento fino alle eroine disarmate dei nostri giorni, nel contesto di conflitti e di sofferenze di tanti popoli (impossibile citarle tutte). In Ad Abramo e alla sua discendenza, nel capitolo ‘Danzar con los muertos’ si rivolge alla sventurata Rizpa (2 Sam 21, 5-10), citando persino una canzone del cantautore Sting! Alla forza, al coraggio, alla mitezza delle donne, generatrici di vita, don Tonino attribuisce i più forti segni di speranza per il futuro. In questo percorso un posto speciale è certamente riservato a Maria, madre di Gesù, che don Tonino raffigura molto umanamente nella quotidianità della vita e della fede, tessendone le lodi come donna dei nostri giorni, donna di parte (perché si schiera con i poveri), compagna di viaggio, ben lontano dalla solita aureola di santità statica e devozionale. Nel suo scritto “A Maria, donna dei nostri giorni”, Don Tonino le dedica ben 35 lettere, in ciascuna delle quali le si rivolge con un appellativo sempre originale e inaspettato. Chi volesse scoprire un nuovo volto di Maria non potrebbe fare a meno di leggerle.

7.  Don Tonino in televisione

Dei molti interventi in televisione, ricordiamo qui le sue parole appassionate in favore della pace, durante la prima Guerra del Golfo, alla trasmissione Samarcanda, condotta da Michele Santoro su RAI 3 il 21 febbraio 1991 (vedi sitografia).

8.  La forza delle parole di don Tonino

Di temperamento conviviale, don Tonino è spesso in mezzo a una festa, che lui rallegra piacevolmente suonando l’immancabile fisarmonica, strumento a lui congeniale. La scrittura e l’eloquio di don Tonino sono ricchi di passione, profondi, pieni di immagini poetiche e metafore suggestive. Persona percepita immediatamente come autentica e sincera, Don Tonino possiede una vasta cultura e utilizza un vocabolario molto ampio. Queste qualità, unite agli ideali incrollabili della pace, conferiscono alle parole di don Tonino una forza straordinaria. I discorsi di don Tonino si sviluppano così in un intreccio continuo di parole sacre e altre parole chiave quali pace, giustizia, salvaguardia del creato, nonviolenza attiva, attenzione verso gli ultimi, protezione dei poveri, difesa dei diritti: tutti concetti chiaramente riconoscibili nelle molte sue espressioni riportate in questa scheda.

9.  Poesie di don Tonino

Don Tonino ha scritto anche numerose poesie e preghiere. Tra le sue più belle poesie ricordiamo “Dammi, Signore, un’ala di riserva” (vedi sitografia) e “La lampara”. Per queste poesie e per le preghiere, rimandiamo alle raccolte “Preghiere”, “Dio scommette su di noi” e “Preghiere col grembiule”, che includono le lettere a Maria (vedi bibliografia).

10.  Espressioni di don Tonino

Molte espressioni coniate da don Tonino, dense di significato per i valori della pace, sono diventate quasi proverbiali. Alcune sono state già riportate nelle pagine precedenti. Eccone altre, molto significative.

La pace si vive mettendo all’opera tre verbi: “annunziare, rinunziare, denunziare”.

La pace, praticata come nonviolenza attiva, va intesa come “convivialità delle differenze”, cioè la pace non solo accetta, ma anzi valorizza le differenze. Le diverse culture degli altri ci arricchiscono, senza sminuire la nostra identità. Vuol dire mettere tutto sul tavolo in comunione con l’umanità.

La pace è intesa anche come “organizzazione della speranza”.

Don Tonino auspica una “Chiesa del grembiule”, cioè del servizio, piuttosto che quella dei paramenti e dell’incenso. Il grembiule è l’unico paramento sacerdotale ricordato nel Vangelo (Gv 13, 3-5).

Don Tonino invita a trasformare le nostre “ferite” in “feritoie”, da cui entra la luce, o attraverso cui si può guardare oltre.

Non basta dare un letto a qualcuno per dormire se non si sa dare la buona notte. A chi ha bisogno, oltre a fornire l’aiuto materiale, si deve far sentire anche la nostra vicinanza umana.

Dobbiamo essere dei contempl-attivi, con due t, cioè partire dalla contemplazione e poi fare sfociare l’impegno nell’azione.

Con il sorriso sulle labbra e con un gioco di parole, don Tonino così illustra il mistero, inspiegabile, della Trinità: non bisogna usare l’operazione aritmetica dell’addizione, cioè 1+1+1=3, ma l’operazione aritmetica della moltiplicazione, cioè 1x1x1=1 (così fa sempre 1!).

11.  La pace per don Tonino

Scritti, interviste e interventi vari rivelano il complesso e articolato pensiero di don Tonino sulla pace.

Se la pace è una meta ideale non raggiungibile pienamente, essa è come anticipata dai faticosi cammini umani, dalla ricerca dei volti, dai segni di solidarietà che riusciamo a esprimere. Intanto, è importante portare avanti con convinzione una riflessione critica sulla pace. E’ necessario a questo scopo promuovere iniziative sulla spiritualità della pace, denunciare le ingiustizie, smascherare la logica di guerra dietro le scelte militariste, proporre un nuovo ordine economico internazionale, impegnarsi per una educazione alla pace, rivolta prevalentemente verso i giovani. Levando la nostra voce contro la guerra come mezzo per risolvere i conflitti, indichiamo anche che Vangelo e Costituzione camminano insieme.

Ma se la solidarietà è un imperativo etico, è necessario anche che l’impegno sia operativo. Don Tonino vede Pax Christi come un movimento di cerniera tra i grandi problemi teorici (pace, giustizia, diritti umani…) e la prassi concreta, come per esempio esporsi personalmente con segni eloquenti come l’obiezione di coscienza.

Sul versante pastorale, tornando al suo ruolo di vescovo, sente l’impegno di sollevare il problema della pace davanti alla Chiesa, non come un problema accessorio, ma come un tema fondamentale. Infatti, “La violazione dei diritti umani, il problema della fame che investe popoli interi, la corsa alle armi e il commercio clandestino di esse, la logica di guerra sottesa a molte cosiddette ‘scelte di civiltà’, gli scudi stellari, certe visioni economiche… sono forme di peccato. Non possono perciò considerarsi temi estranei alla predicazione del Vangelo”.

Don Tonino assegna pertanto a Pax Christi il compito di essere “segno profetico”. Ora, mentre i segni partitici esigono consenso, quelli profetici creano coscienza. Pax Christi viene immaginata come un movimento fragile, povero, leggero, ma che sa essere lievito. Con una delle sue solite metafore fantasiose, estratte dal patrimonio biblico, don Tonino afferma che “chi, invece della fionda di Davide, preferisce la corazza di Saul deve perdere molto tempo a lucidarla”. Ma, incalza ancora don Tonino, non dobbiamo scambiare “la profezia con l’esercizio del brontolare cronico, dimenticando che essa è danza più che lamento”. Accanto alla denunzia, quindi, ci dev’essere una proposta, un’azione. E anche se le soluzioni trovate sono parziali, dobbiamo accogliere positivamente i piccoli passi, per camminare con fiducia e avere speranza per il futuro. Don Tonino difende a spada tratta l’alternativa della difesa nonviolenta, che “non è un sentimento per novizie, ma una scienza articolata e complessa”, già dotata di una ricca bibliografia. In questo scenario l’obiezione di coscienza alla logica militare va oltre l’episodio di disobbedienza civile, diventando coscienza dell’obiezione al servizio del bene comune.

In definitiva, per don Tonino profezia di pace e politica sono tra loro intrecciate, come si collegano pure tra loro il pensare globalmente e l’agire localmente.

12.  Bibliografia

Don Tonino scrive molto, e molto bene: saggi, articoli, lettere pastorali, scritti mariani, scritti di pace, omelie, poesie. Grande comunicatore, affabile e intenso, le sue parole di pace, profetiche e poetiche, le sue suggestive metafore lasciano una traccia indelebile in chi si accosta a lui. Una sua “Opera Omnia” è stata pubblicata, come “Scritti di mons. Antonio Bello” (SMAB), da “Luce e Vita”, Mezzina di Molfetta, 1997- 2003.

Anche i testi su don Tonino Bello, dopo la sua morte, sono apparsi numerosissimi. Riportiamo di seguito soltanto alcuni titoli significativi dei testi di e su don Tonino.

12a. Scritti di don Tonino

A. Bello, Alla finestra la speranza, Edizioni San Paolo, 1988.

A. Bello, Sui sentieri di Isaia, edizioni la meridiana, 1989.

A. Bello, Ad Abramo e alla sua discendenza, edizioni la meridiana, 1992

A. Bello, Maria, donna dei nostri giorni, Edizioni San Paolo, 1993.

A. Bello, Il Vangelo del coraggio, Edizioni San Paolo, 1996.

A. Bello, Preghiere, Edizioni San Paolo, 2008.

A. Bello, Dio scommette su di noi, Edizioni San Paolo, 2013.

A. Bello, Preghiere col grembiule, Edizioni San Paolo, 2018.

12b. Scritti su don Tonino

S. Paronetto, Tonino Bello maestro di nonviolenza, Edizioni San Paolo, 2012.

S. Leopizzi, Don Tonino Bello, croce e fisarmonica. Normalità di un uomo straordinario.

Manni, 2008.

AA. VV., Don Tonino Vescovo secondo il Concilio, edizioni la meridiana, 2004.

L. Bettazzi, Martire cristiano della pace, in ‘Mosaico di pace’, Aprile 2003.

T. Dell’Olio, Don Tonino Bello: politica, profezia e poesia della pace, in “Bello Mons. Antonio, Dizionario di teologia della Pace”, EDB, 1997.

13.  Sitografia

https://www.youtube.com/watch?v=K_fMv5GDjVA (don Tonino e la società “usa e getta”, 30 dicembre 1987, Convegno giovanile). https://www.youtube.com/watch?v=0lo0idfyimA (Dammi, Signore, un’ala di riserva) (da Alla finestra la speranza, lettera di un vescovo, 1988, pagg. 173-174) https://www.youtube.com/watch?v=jHHPNE7WG5I (Beati i costruttori di pace, Arena di Verona 30 aprile 1989)

https://www.youtube.com/watch?v=HXWGH66rvNg  (L’uno per l’altro, Trento, 14 novembre 1990)

https://www.youtube.com/watch?v=Kc_umePkGb0 (don Tonino alla trasmissione Samarcanda, 21 febbraio 1991)

https://www.youtube.com/watch?v=3TvuqjFz9mg (Come diventare costruttori di pace, 16 giugno 1991)

https://www.youtube.com/watch?v=aEzBhR7gCMM (la bisaccia del cercatore, 27 agosto 1992)

https://www.youtube.com/watch?v=yqu-0sjqX2g (don Tonino Bello, speciale RAI 3, RAI educational, La Storia siamo noi, con Giovanni Minoli, 22 aprile 2009) https://www.youtube.com/watch?v=2F0WExnUBuk (sui passi di don Tonino, TV 2000, 20 aprile 2018)

https://www.youtube.com/watch?v=APzs-TfDHhs (discorso di papa Francesco, 20 aprile 2018)

Lascia un commento