Indagine per armi verso conflitto in Yemen: la decisione del GIP

Indagine per armi verso conflitto in Yemen: la decisione del GIP

Analisi della decisione del Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Roma sul provvedimento 80418/2018 RGNR scaturito dalla denuncia di Mwatana, ECCHR e Rete Italiana Pace e Disarmo per violazione delle norme su export di armamenti.

Per approfondire la notizia e il suo contesto leggi qui il comunicato congiunto delle organizzazioni della società civile

In questa scheda si cercherà di dare conto dei contenuti della decisione presa dal GIP di Roma in data 22 febbraio 2021 (a scioglimento riserva assunta all’udienza in camera di consiglio del 26 gennaio 2021) e che rigetta la richiesta di archiviazione formulata dal Pubblico Ministero sul procedimento in oggetto, ordinando invece la continuazione delle indagini come chiesto dalle organizzazioni della società civile presentatrici della originale denuncia nell’aprile 2018.

Si riporteranno di seguito stralci “ragionati” del provvedimento del GIP, eliminando riferimenti diretti a documenti di indagine e ai testimoni yemeniti.

Come primo punto viene rilevato che la denuncia da cui ha tratto origine il fascicolo è stata promossa da organizzazioni della società civile internazionale a partire da alcuni punti fondamentali:

  • l’attacco aereo condotto l’8 ottobre 2016 contro il villaggio di Deir al-Hajari in Yemen  che ha colpito la casa di una famiglia di sei persone, rimasta integralmente uccisa dal bombardamento. Dagli accertamenti svolti è emerso che l’anello di sospensione di una delle bombe utilizzate in tale occasione era stato fabbricato (e dunque esportato) da RWM Italia
  • la ipotizzata illegittimità delle autorizzazioni rilasciate in favore di RWM Italia in quanto contrarie alle norme di diritto interno ed internazionale (legge 185/90, PESC 2008/944 del Consiglio dell’Unione Europea, Trattato Internazionale sul commercio di armamenti ATT

L’analisi della denuncia presentata dalle associazioni prosegue poi con i seguenti elementi:

In particolare viene ricordato come solo nella denuncia del 2018 è stato portato a conoscenza dell’autorità giudiziaria il grave fatto accaduto l’8 ottobre 2016 per il quale vi è certezza di utilizzo di armamenti italiani contro la popolazione civile yemenita.

Nel documento del GIP si analizzano poi l’azione investigativa e le richieste del Pubblico Ministero:

La richiesta del PM si conclude con assenza – a suo parere – di elementi soggettivi di reato, tesi contestata dal ricorso delle organizzazioni della società civile presentato nell’ottobre 2019.

Dopo l’esposizione delle premesse inizia la parte argomentativa del documento con una chiara presa di posizione del GIP, che procede ad argomentare i motivi che porteranno alla parte dispositiva finale.

E’ la prima volta che viene così chiaramente smontata la motivazione “economica” che vorrebbe giustificare la concessione di licenze per l’export di armamenti. Ovviamente le norme che regolano tale tipologia di esportazione non prevedono alcuna “clausola” legata ai ritorni occupazionali o finanziari, ma prendono le mosse da criteri ed elementi di valutazione completamente differenti.

Ciò avviene anche per gli aspetti legati al confronto con le autorizzazioni all’esportazione riferiti ad altri Paesi, come lo stesso GIP mette in evidenza.

Questi ragionamenti in premessa portano poi anche ad evidenziare le carenze della parte istruttoria dell’indagine condotta dal Pubblico Ministero

In tal senso viene richiamato il panorama normativo e la fondatezza della denuncia presentata dalle organizzazioni della società civile fondata proprio su tale base:

L’ordinanza accoglie dunque tutte le istanze dell’opposizione alla richiesta di archiviazione ed in un certo senso va anche oltre perché prescrive – con indicazioni precise – i prossimi passi investigativi che il Pubblico Ministero dovrà compiere nel proseguimento della sua indagine.

Il Giudice prosegue poi riportando una serie di testi tratti da Risoluzioni del Parlamento europeo (a partire da quella del 9 luglio 2015) a testimonianza della chiarezza della situazione per quanto riguarda il conflitto in corso in Yemen e le possibili violazioni dei diritti umani conseguenti.

Il provvedimento si conclude quindi con disposizioni puntuali e chiare relative al proseguimento delle indagini e alla loro tempistica indicata chiaramente. Le organizzazioni della società civile promotrici della denuncia monitoreranno che lo svolgimento delle stesse sia allineato con le indicazioni del GIP e possa concludersi con un accertamento completo dei fatti e delle rilevanti responsabilità.