Bilancio di Mandato 2020 della RiPD
L’anno che ci apprestiamo a salutare è stato difficile, problematico, straziante e avvilente per tutti e tutte noi. Ed ha messo in seria difficoltà le nostre società e comunità, evidenziando una grande impreparazione verso le vere minacce alla nostra vita. Minacce che non sono “militari” e che devono essere affrontate rafforzando gli strumenti dell’educazione, della sanità, della coesione sociale, del lavoro, della cura dell’ambiente.
Ma il 2020 lo ricorderemo anche per un evento positivo: la nascita della nostra Rete Italiana Pace e Disarmo il 21 settembre, Giornata Internazionale della Pace. Vogliamo che sia l’immagine di qualcosa che rinasce in un momento difficile, in controtendenza con l’abituale notizia di una nuova scissione: perché unirsi è facile a dirsi ma difficile a realizzarsi.
Nei prossimi giorni vi racconteremo le tante iniziative promosse e condivise con diversi soggetti sociali, grandi e piccoli, nuovi e vecchi, che hanno gettato le fondamenta di una casa comune più rappresentativa e più inclusiva, più ricca di esperienze e di culture diverse, fatta di associazioni, sindacati, comitati, circoli, enti locali, scuole. Donne e uomini che condividono i principi ed i valori universali dei diritti umani, della democrazia, della giustizia sociale, delle libertà e della nonviolenza e si impegnano per la loro promozione, per il loro rispetto e affinché siano accessibili a tutte ed a tutti, senza discriminazione alcuna.
Molte sono le sfide che abbiamo davanti e che affronteremo insieme: dalla ratifica del Trattato ONU per la messa al bando delle armi nucleari; alla ripresa della discussione parlamentare della proposta di Legge per la creazione del Dipartimento di difesa civile non armata e nonviolenta; al presidio per il rispetto e l’applicazione della legge 185/90 affinché sia fermata la vendita di armi e la cooperazione militare verso quei Paesi che violano i diritti umani e che sono coinvolti in operazioni di guerra; all’apertura di un dibattito nazionale che coinvolga anche l’Unione Europea sulla riconversione dell’industria militare per un’economia disarmata, sostenibile e per la difesa civile (da affrontare anche nel quadro del piano di rilancio post-pandemia del nostro Paese e dell’Europa); al posizionamento chiaro e netto dell’Italia per la pace in Medio Oriente, a partire dai conflitti storici tra Palestina ed Israele, per il Sahara Occidentale, per il popolo Curdo e per cooperare con le popolazioni di Siria, Iraq, Libia per la pacificazione e la ricostruzione democratica di quelle società; l’impegno per la verità e giustizia per Giulio Regeni e la libertà per Patrik Zaki e per tutti i detenuti nelle carceri egiziane, turche e di ogni altro Paese accusati di reati di opinione e privati del diritto di difesa.
Un’agenda impegnativa a cui si aggiunge la realizzazione della nostra prima Assemblea, in presenza.
Affinché il 2021 sia davvero un anno di Pace, sulle strade del Disarmo e della Nonviolenza.