Afghanistan: ponti aerei senza esclusioni
Il ritiro della presenza militare occidentale in Afghanistan, la chiusura delle sedi diplomatiche dei principali Paesi e la presa definitiva del potere da parte dei Talebani sanciscono il dramma di un popolo abbandonato a se stesso. L’occidente esce a pezzi dal ritiro, e occorrerà fare una seria e partecipata valutazione sugli errori di questo ventennio. Ma in questo frangente l’urgenza è umanitaria, si tratta di salvare persone in fuga. In queste ore, il ministero della Difesa e il governo italiano tutto sono impegnati a evacuare chi ha lavorato con l’Italia e le loro famiglie. E’ un dovere morale aiutare chi ci ha aiutato, e il governo è impegnato a fare fronte a questa responsabilità.
E’ evidente però che il rischio di ritorsioni, vendette, discriminazioni non è limitato solo a chi in questi anni ha lavorato con gli alleati della NATO: oggi a rischio sono i principali oppositori del regime totalitario e del pensiero integralista dei talebani, le donne, le minoranze e le voci libere della società civile e del giornalismo, chi ha lavorato per un’Afghanistan diverso nelle scuole, nella sanità, nella società. L’attenzione del nostro paese e dell’Europa verso l’Afghanistan non può essere condizionata dalla fine della presenza militare internazionale.
Chiediamo che l’Italia e l’Europa si impegnino per una evacuazione immediata senza esclusioni, accogliendo subito tutti quelli che scappano dai talebani: le donne single o sole con figli, le ragazze e persone LGBT+, le persone anziane senza rete di protezione, le attiviste e attivisti per i diritti umani, le giornaliste e i giornalisti, gli insegnanti, gli studenti, le operatrici e gli operatori sanitari e sociali e chi ha lavorato in programmi umanitari e di sviluppo con le organizzazioni internazionali. Per tutte queste persone c’è la possibilità di sfuggire ora alle violenze che le attendono in un regime integralista e intollerante. Va organizzata l’evacuazione immediata di chi è in serio pericolo, senza esclusioni. Tra qualche settimana potrebbe non essere più possibile.
L’Europa e l’Italia si preparino per una politica di corridoi umanitari nei confronti dei rifugiati provenienti dall’Afghanistan, cioè per accogliere con generosità chi nei prossimi mesi arriverà, dall’Afghanistan e via terra.
L’Europa dovrà essere anche pronta per aiutare i paesi vicini che saranno investiti da ondate di profughi. Sarebbe vergognoso se alcuni paesi europei riproponessero atteggiamenti carichi di egoismo e indifferenza opponendosi al dovere di accogliere i profughi afghani.
È cruciale che l’Italia mantenga un presidio diplomatico per facilitare le richieste di asilo dei cittadini e delle cittadine afghane. La sua chiusura significherebbe una sconfitta e l’abbandono di chi ha bisogno di veder protetta la personale incolumità e quella dei propri cari.
Contemporaneamente, l’Italia e l’Europa devono continuare a investire risorse per programmi per la società civile afghana e per tutte le cittadine e i cittadini afghani che resteranno nel proprio paese correndo il rischio di essere vittime di violenza e discriminazioni. E’ fondamentale farlo insieme a tutte le ong italiane impegnate da anni nel Paese.
È ora il momento di salvare le vite, con un’operazione di soccorso umanitario diretta, rapida e su larga scala per le persone a rischio in Afghanistan. È il tempo della solidarietà.
Primi firmatari
Luigi Manconi, presidente A buon diritto, già presidente della commissione diritti umani del Senato; Susanna Camusso, responsabile area internazionale CGIL; Lia Quartapelle, parlamentare (PD); Silvia Stilli, portavoce AOI; Rossella Muroni, parlamentare (FacciamoECO); Raffaele K. Salinari, portavoce CINI; Claudia Fiaschi, portavoce Forum Terzo Settore; Roberto Ridolfi, presidente Link2007; Saverio Tommasi, giornalista e videoreporter; Elly Schlein, politica (EmiliaRomagna Coraggiosa); Tiziana Ferrario, giornalista e scrittrice; Emanuele Giordana, giornalista, direttore Atlanteguerre.it e fondatore Afgana; Erasmo Palazzotto, parlamentare (LeU); Giorgio Gori, sindaco di Bergamo; Cinzia Del Rio, Responsabile Uffico Internazionale UIL; Mario Giro, politico e scrittore, già Vice Ministro Affari Esteri e Cooperazione Internazionale; Filippo Miraglia, coordinatore Tavolo nazionale Immigrazione e Asilo; Monica Guerritore, attrice; Giuseppe Iuliano, Responsabile Ufficio Internazionale CISL; Nicola Lagioia, scrittore; Linda Laura Sabbadini, editorialista La Repubblica e La Stampa; Alessandra Annoni, Giurista, coordinatrice del Corso di Laurea Magistrale in Giurisprudenza dell’Universita’ di Ferrara; Alessandro Alfieri, parlamentare (PD); Federico Amico, consigliere regionale (Emilia RomagnaCoraggiosa); Barbara Archetti, presidente Vento di Terra; Stefano Arduini, giornalista direttore Vita; Attilio Ascani, presidente Marche Solidali; Guido Barbera, presidente CIPSI; Roberto Barbieri, Direttore Oxfam Italia; Sergio Bassoli, coordinatore Rete Italiana Pace e Disarmo; Giuliano Battiston, giornalista, direttore Lettera22; Paola Berbeglia, Presidente ConcordItalia; Laura Boldrini, deputata (PD); Ivana Borsotto, presidente Focsiv; Gianluca Cantisani, presidente MOVI; Grazia Careccia, esperta di diritto umanitario; Paolo Chesani, portavoce CONGER; Mario Chiesara, presidente We WorldGVC; Stefano Ciafani, presidente Legambiente; Sergio Cipolla, presidente CISS; Eleonora Cirant, attivista diritti civili e ambientalista; Annalisa Corrado, ingegnera, ecologista, femminista; Nicole Corritore, giornalista di OBC Transeuropa; Paola Crestani, presidente CIAI; Vincenzo Curatola, presidente ForumSad; Cecilia D’Elia, portavoce conferenza Democratiche; Francesca Danese, portavoce Forum Terzo Settore Lazio; Paola De Micheli, parlamentare (PD); Giuseppe Di Francesco, presidente FAIRTRADE; Anna Di Mascio, portavoce Forum Terzo Settore Piemonte; Yana Ehm, deputata (Gruppo Misto); Gianluca Falcitelli, portavoce Piattaforma Ong Italiane in Medio Oriente e Mediterraneo; Anna Falcone, giurista e attivista, coordinatrice “Primavera della Calabria”; Piero Fassino, presidente Commissione Esteri Camera Deputati; Emanuele Fiano, parlamentare (PD); Anna Chiara Forte, avvocata attivista per i diritti umani; Alessandro Fusacchia parlamentare (FacciamoECO); Marilena Grassadonia, attivista lgbt+ e diritti civili; Chiara Gribaudo, parlamentare (PD); Mario Greco, direttore Dokita; Giovanni Lattanzi, presidente COCIS; Luca Lo Presti, fondatore e presidente Pangea; Daniele Lorenzi, presidente Arci; Flavio Lotti, coordinatore Marcia per la Pace Perugia-Assisi; Marianna Madia, parlamentare (PD); Emiliano Manfredonia, presidente ACLI; Giuseppe Massafra Segretario Nazionale della CGIL; Elena Mazzoni, attivista ambientale e femminista; Gianluca Mengozzi, presidente ARCS; Pierluigi Montalbano, Direttore Master Migration and Development, Sapienza Università di Roma; Mauro Montalbetti, presidente IPSIA; Alessandra Morelli, attivista umanitaria; Tommaso Nannicini, parlamentare (PD); Francesca Ottolenghi, presidente HalieusLegacoop; Maria Grazia Panunzi, presidente AIDOS; Ivo Giuseppe Pazzagli, Presidente EducAid; Tiziano Pesce, presidente UISP; Francesca Pieraccini, direttrice Cospe; Claudia Pratelli, Assessora Scuola e Pari Opportunità Municipio III di Roma; Esarmo Righini Presidente Nazionale ANCeSCAO A.P.S; Alberto Rizzerio, presidente Januaforum; Andrea Romano, parlamentare (PD); Angelica Romano e Alfio Nicotra, copresidenti UPP; Emilia Romano, presidente Oxfam Italia; Sofia Rosso, presidente nazionale AnteasCISL; Vincenzo Russo, presidente ISCOS-CISL; Marco Scarpati, avvocato, direttore CIFA; Arturo Scotto, politico; Camilla Seibezzi, consulente per l’innovazione e attività culturali; Alfredo Somoza, presidente ICEI e Colomba; Francesco Strazzari, docente di relazioni internazionali, Scuola Universitaria superiore Sant’Anna Pisa; Donatella Vergari, presidente TdH Italia; Maura Viezzoli, presidente Cisp; Roberto Zaccaria, presidente CIR
Per sostenere l’appello > https://www.change.org/p/mario-draghi-afghanistan-ponti-aerei-senza-esclusioni