Gli europarlamentari salveranno (o affonderanno) il progetto di pace europeo?
Oggi il Parlamento europeo terrà un voto decisivo per il futuro dell’Europa, un voto che seppellirà o approverà il Fondo Europeo di Difesa. La Rete europea contro il commercio di armi (ENAAT) invita i deputati a fermare la militarizzazione dell’UE e a salvare il progetto di pace dell’UE.
Oggi i membri del Parlamento europeo terranno il voto finale sul Fondo Europeo per la Difesa (EDF – European Defence Fund), che dirotterà 8 miliardi di euro del bilancio dell’UE (2021-2027) per finanziare la ricerca e lo sviluppo di armi e tecnologie militari. È la prima volta che il denaro dell’UE sarà usato per scopi militari, anche se questo è vietato dai Trattati europei.
Il finanziamento dell’UE per la ricerca e sviluppo militare è stato deciso dopo un’azione di lobby concertata da parte dell’industria delle armi, che sarà il principale beneficiario di questi sussidi multimiliardari. Due programmi pilota sono già in corso e hanno utilizzato mezzo miliardo di euro del precedente bilancio dell’UE (2014-2020) per sovvenzionare aziende di armamenti e centri di ricerca militari in tutta l’Unione, a spese dei programmi civili.
“Secondo le nostre ricerche, le quattro maggiori potenze militari in Europa (Francia, Italia, Spagna e Germania) e le otto aziende che hanno consigliato alla Commissione Europea di creare questo finanziamento sono ora i maggiori beneficiari dei fondi ad esso legati”, afferma Wendela de Vries, coordinatrice di Stop Wapenhandel (Paesi Bassi).
Il Fondo Europeo per la Difesa dell’UE spingerà la spesa militare e la corsa globale agli armamenti
Nel 2020 la spesa militare mondiale ha raggiunto la cifra di quasi 2.000 miliardi di dollari e l’UE è terza nel mondo in tale ambito: “I 27 paesi dell’Unione hanno aumentato la propria spesa militare del 4,6% rispetto al 2019 per complessivi 204 miliardi di euro. Il Fondo EDF è un’aggiunta a queste spese, e gli Stati membri si sono impegnati ad aumentare ulteriormente la loro spesa nazionale nell’ambito della PESCO” continua Jordi Calvo, ricercatore senior e coordinatore del Centre Delas (Spagna).
Inoltre, “la creazione di nuove opportunità di mercato in tutta l’Unione e oltre” fa parte dei criteri di assegnazione dell’EDF. “In altre parole, sovvenzionerà i produttori di armamenti per sviluppare nuove armi e tecnologie militari per l’uso in ambito UE ma anche per l’esportazione, in un contesto di indebolimento delle pratiche di controllo delle esportazioni” spiega Francesco Vignarca, coordinatore delle campagne di Rete Pace e Disarmo (Italia).
Il Fondo Europeo per la Difesa è una minaccia per un’Unione democratica
Seguendo regole speciali che esentano dalla procedure usuali l’EDF sarà portato avanti attraverso “atti di esecuzione” invece di “atti delegati”. “Questo significa che il Parlamento Europeo difficilmente avrà voce in capitolo su come il Fondo sarà attuato dalla Commissione e dagli Stati membri nei prossimi sette anni. L’argomento dell’interesse speciale di sicurezza è regolarmente usato per aggirare le regole di trasparenza dell’UE. Un precedente pericoloso che mina il controllo democratico dell’Unione Europea” afferma Laëtitia Sédou, Project officer di ENAAT a Bruxelles.
Il Fondo Europeo per la Difesa è una minaccia alla pace e al diritto internazionale
I progetti finanziati nell’ambito dell’EDF si concentreranno su sistemi senza equipaggio, sull’intelligenza artificiale e altre tecnologie innovative “che cambieranno radicalmente il modo di condurre la guerra”. L’impatto sul campo di tali “armi potenziate” è motivo di preoccupazione per gli esperti di diritto internazionale. “Eppure le attuali revisioni etiche, quando esistono, non rispettano l’obbligo internazionale di considerare come queste tecnologie potrebbero minare il Diritto Internazionale. L’Ombudsman europeo ha recentemente espresso preoccupazione per la mancanza di trasparenza della Commissione in questa materia“, secondo Bram Vranken, ricercatore di Vredesactie (Belgio).
Si sostiene che trasformare l’UE in un “hard power” rafforzerebbe il suo “soft power”. “La realtà è che con il nuovo Fondo l’Europa si sta preparando alla guerra; sviluppare l’aspetto militare degli interventi dell’UE marginalizzerà piuttosto le alternative pacifiche e screditerà il suo lavoro di mediazione sul campo” conclude Tony Fortin, ricercatore presso l’Observatoire des armements (Francia).
L’Unione Europea dovrebbe rimanere come un’alternativa alle egemonie di potere militare globale investendo le sue risorse nella promozione della risoluzione pacifica dei conflitti e nell’affrontare le loro cause profonde come il cambiamento climatico e la distribuzione ineguale della ricchezza e del potere. ENAAT chiede agli europarlamentari di salvare il progetto di pace europeo e di rifiutare il Fondo per la Difesa.
Per tutte le informazioni sul Fondo Europeo per la Difesa (con dati, dettagli, analisi) si veda il sito dello European Network Against Arms Trade e questa scheda riassuntiva.