Possibile violazione dell’embargo di armi verso la giunta Birmana per forniture italiane e francesi

Possibile violazione dell’embargo di armi verso la giunta Birmana per forniture italiane e francesi

L’associazione Italia-Birmania insieme, Amnesty International, Rete italiana Pace e Disarmo e Atlante delle Guerre denunciano la possibilità che sia stato aggirato ancora una volta l’embargo sulle armi e sulle esportazioni di attrezzature che possono essere utilizzate per la repressione interna e chiedono un chiarimento da parte del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale..

Un articolo del giornale ufficiale della dittatura “The New Light of Myanmar” riporta come nel corso delle celebrazioni per il 74° anniversario dell’aeronautica militare birmana, alla presenza del comandante in capo delle forze armate birmane, nonché autoproclamato capo del SAC, vi sia stata l’inaugurazione di alcuni velivoli modificati e ammodernati. Tali velivoli includono un ATR-72 600, un Airbus Eurocopter, un Y-12, Yak-130 e K-8. Gli aerei ATR-72 600 sono prodotti in Francia da ATR, joint venture tra la francese Airbus e l’italiana Leonardo Corporation, mentre gli Eurocopter sono prodotti in Francia da Airbus. La sede centrale di Airbus si trova nei Paesi Bassi.

L’associazione Italia-Birmania insieme, Amnesty International, Rete italiana Pace e Disarmo e Atlante delle Guerre, ricordano che nei confronti della Birmania-Myanmar è tuttora in vigore l’embargo stabilito nel 1996 da parte dell’Unione Europea di “armi e munizioni” e tale embargo comprende anche “le parti di ricambio, le riparazioni, la manutenzione e il trasferimento di tecnologia militare” e, dal 26 aprile 2018 include anche “il divieto di esportazione di beni a duplice uso per gli utenti finali militari e della Polizia di frontiera, restrizioni all’esportazione di apparecchiature per il monitoraggio delle comunicazioni che potrebbero essere utilizzate per la repressione interna e per l’addestramento militare e la cooperazione militare”.

Le quattro organizzazioni denunciano la gravità della violazione dell’embargo, soprattutto a fronte dell’intensificarsi degli attacchi militari di tipo terroristico nei confronti di popolazioni inermi in tutta la Birmania. Attacchi aerei indiscriminati si sono registrati nelle ultime settimane in alcuni Stati e regioni del paese, con l’uccisione di civili, la distruzione e l’incendio di centinaia di edifici.

Questi attacchi, che equivalgono a crimini di guerra e crimini contro l’umanità, hanno prodotto ad oggi oltre 300.000 sfollati, che sono andati ad integrare il già elevatissimo numero di sfollati interni.

Secondo ACLED, (sito specializzato in analisi dei dati e la mappatura dei luoghi connessi ai conflitti armati), in Birmania si è registrato un aumento esponenziale degli scontri armati e degli attacchi dell’esercito del SAC rispetto al 2020, che hanno causato almeno 1,346 vittime. Tra il 1° febbraio e il 26 novembre, in Myanmar si sono registrati più̀ scontri e attacchi armati rispetto allo Yemen e all’Afghanistan.

Come è successo per l’azienda italo francese, Cheddite, che produce bossoli da caccia, la Giunta militare birmana può effettuare importazioni di armi e munizioni e materiali dual-use aggirando i controlli sugli armamenti, attraverso reti di broker privati e di compagnie aeree gestite da reti clientelari.

Le organizzazioni italiane sottolineano la gravità di tali notizie, ed evidenziano infine come la Francia – paese con cui lo scorso 26 novembre l’Italia ha firmato il “Trattato del Quirinale”, che prevede anche una specifica collaborazione in campo industriale e militare – è membro permanente del Consiglio di Sicurezza ONU, lo stesso Consiglio che non riesce ad adottare un embargo internazionale sulle armi, nei confronti della Giunta militare birmana, a seguito del recente colpo di Stato.