GDAMS 2021 – Ridurre la spesa militare, difendere le persone e il pianeta
Appello 2021 per le Giornate Globali di azione sulle spese militari
Il mondo ha bruciato 1.920 miliardi di dollari in spesa militare nel 2019, un aumento del 3,6% rispetto all’anno precedente e la cifra più alta dalla fine della Guerra Fredda. Le risorse militari sempre maggiori a disposizione dei governi, in nome della sicurezza nazionale, si sono dimostrate completamente inutili nel difendere la popolazione dalla pandemia COVID-19, né possono tenerci al sicuro da altre emergenze globali come il cambiamento climatico. Inoltre, come possono testimoniare le vittime delle guerre in Afghanistan, Iraq, Siria, Yemen e molti altri Paesi, lungi dal risolvere i conflitti, il militarismo li aggrava soltanto.
Gli attuali livelli di spesa militare non solo non riescono a fornire una reale sicurezza, ma in realtà ostacolano qualsiasi soluzione giusta e completa ai problemi che richiedono urgentemente la nostra attenzione. In effetti, il potere militare a cui i nostri governanti si affidano così tanto contribuisce a creare e sostenere le stesse emergenze, tensioni e ingiustizie da cui dovrebbero proteggere le loro popolazioni.
Per questi motivi chiediamo che i governi di tutto il mondo riducano drasticamente le loro spese militari, specialmente quelle dei Paesi he rappresentano la quota maggiore del totale, e trasferiscano le risorse liberate verso i settori della sicurezza umana e comune in particolare per affrontare la pandemia da coronavirus e il collasso economico e sociale che ne è seguito.
È tempo di riadattare le nostre priorità come società e di adottare un nuovo paradigma di difesa e sicurezza che metta le necessità umane e ambientali al centro delle politiche e dei bilanci.
Dobbiamo smettere di investire negli eserciti se vogliamo difendere le persone e il pianeta.
Unisciti a noi per le Giornate di Azione 2021, dal 10 aprile al 17 maggio!
Sul sito della Campagna internazionale GCOMS il testo internazionale dell’appello (in inglese, spagnolo, francese, catalano, coreano)