Il riconoscimento dello Stato di Palestina è urgente: primo passo verso una politica di Pace possibile
Un altro anno è passato e lo Stato italiano non ha riconosciuto lo Stato di Palestina.
Il 29 novembre le Nazioni Unite celebrano la giornata di solidarietà con il popolo palestinese per ricordare che la questione palestinese è ancora e drammaticamente irrisolta. Senza un piano di pace che dia speranza di giustizia e di libertà. Con l’occupazione dei territori palestinesi da parte di Israele e la costruzione di nuove colonie. Con i palestinesi che vivono a Gerusalemme Est minacciati di espulsione, ritiro del diritto di residenza, espropriazione e demolizione delle loro abitazioni, soggetti al divieto di espressione e di associazione. Con la popolazione della Striscia di Gaza isolata, privata della libertà di muoversi, obbligata a sottostare al fondamentalismo religioso di Hamas e della violenza della jihad islamica. Con oramai tre generazioni di profughi raccolti nei campi in Giordania, Libano, Iraq, Siria e nei Territori palestinesi, cittadini di serie B in ogni luogo, sempre in attesa, senza diritti, spesso vittime di altre guerre.
Una pentola in continua ebollizione che giorno dopo giorno, anno dopo anno, non fa altro che peggiorare le condizioni di vita di tutti quanti, israeliani compresi.
Ma nessuno vuole affrontare la questione e dar corso a quello che tutti recitano come un karma “due Stati per due popoli”, finché l’altra parte, Israele, non acconsentirà a riconoscere la nascita dello Stato di Palestina. Siamo entrati in un gorgo che ci porta tutti ad affondare nella più terribile delle oscurità.
Non è più la comunità internazionale, le Nazioni Unite ed i suoi stati membri che, dopo aver riconosciuto lo Stato d’Israele, hanno il compito e la responsabilità di dar corso al riconoscimento dello Stato di Palestina, come detto, scritto e sancito da innumerevoli risoluzioni ONU, ma il decisore è diventato lo Stato d’Israele che, dall’assassinio del loro presidente, Itzhak Rabin, hanno dichiarato ripetutamente la volontà di rinunciare a quel 22% della Palestina originale che ancora manca al proprio Stato.
L’Organizzazione per la Liberazione della Palestina già da 42 anni ha riconosciuto lo stato d’Israele. Con gli accordi di Oslo, il governo israeliano presieduto da Itzhak Rabin riconobbe il diritto dei palestinesi ad avere il loro Stato e i palestinesi, tramite il suo leader storico, Yasser Arafat, accettarono i confini del 1967 e la condivisione della città di Gerusalemme come capitale dei due Stati. Ci sarebbero quindi tutte le condizioni e gli strumenti per superare lo status quo che blocca il processo di pace ed impedisce la fine di questo conflitto che ha origini post-coloniali e che rende tutta la regione un focolaio di guerre, di violenze e di instabilità regionale e mondiale. A chi conviene di mantenere questa situazione?
Il riconoscimento dello Stato di Palestina, al fianco dello Stato d’Israele non sarebbe la fine del conflitto, ma diventerebbe la base per far sedere al tavolo del negoziato i due Stati ed affrontarlo con pari dignità, legittimità, autorevolezza le due parti: due Stati sovrani che con la cooperazione e l’assistenza delle Nazioni Unite dovranno risolvere le questioni rimaste in sospeso e costruire la convivenza, la sicurezza comune, il rispetto di tutte le comunità, religioni e minoranze presenti nei due Stati.
Questo è il cammino della pace e della soluzione dei conflitti nel Medio Oriente. Per questo il ruolo delle Nazioni Unite e l’applicazione della carta costitutiva dell’ONU da parte degli Stati membri sono condizione irrinunciabile e fondamentale per uscire dalle guerre e dai conflitti che si trascinano da decenni. Serve la Conferenza internazionale di Pace per ristabilire il multilateralismo ed il principio della sicurezza dei popoli, di tutti i popoli e del pianeta.
Il riconoscimento dello Stato di Palestina è urgente, è il primo passo da fare, è il segnale che la politica è tornata in campo per costruire la pace.
Ancora una volta ci rivolgiamo al Presidente della Repubblica, al Parlamento, al Governo italiano chiedendo che si riconosca lo Stato di Palestina per avviare una politica di pacificazione nell’intera regione medio-orientale.
AssisiPaceGiusta
Rete italiana Pace e Disarmo, ANPI, AOI Associazione ONG Italiane, Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, AssoPacePalestina, CGIL, CISL, UIL, Campagna “Ponti e non Muri” – Pax Christi Italia, Centro Internazionale Studenti G. La Pira, Fondazione Lelio e Lisli Basso, Fondazione G. La Pira