La società civile italiana chiede alle istituzioni azioni concrete per la Pace in Palestina e Israele

La società civile italiana chiede alle istituzioni azioni concrete per la Pace in Palestina e Israele

Si moltiplicano le iniziative locali che chiedono di fermare gli interventi militari e l’invio di armi, azioni umanitarie e di protezione dei civili e di garantire il rispetto dei diritti umani come primo passo per un percorso di pacificazione.

Non si ferma l’azione della società civile italiana per richiedere (e dare il proprio contributo a) percorsi di Pace in Israele e Palestina. Nonostante un’escalation di violenza senza precedenti: sono già migliaia le vittime civili da entrambe le parti e la situazione umanitaria è drammatica.

Saranno infatti ancora numerose le città coinvolte da iniziative pubbliche nei prossimi giorni, sull’onda di quanto già realizzato di recente a seguito delle numerose adesioni all’appello “Israele-Palestina: fermiamo la violenza, riprendiamo per mano la Pace” promosso da Rete Pace Disarmo e dalla coalizione “Assisi Pace Giusta”. Dopo Milano, Bologna, Brescia, Ferrara, Firenze, Verona, La Spezia, Viterbo (tra le altre) sono in programma nelle prossime ore fiaccolate e presidi anche a Padova, Parma, Ancona, Asti,… A Roma la mobilitazione culminerà con una Fiaccolata per la Pace programmata a partire dalle 18.30 di venerdì 27 ottobre (in contemporanea con la giornata di digiuno per la Pace indetta da Papa Francesco) in Piazza dell’Esquilino.

“Per noi è fondamentale ribadire la condanna di ogni forma di violenza e di terrorismo, ma contestualmente dobbiamo avere il coraggio e la responsabilità di guardare in faccia la realtà per affrontare le cause che hanno determinato questa nuova ondata di odio e di violenza. Senza giustificare le uccisioni o gli attacchi di nessuno ma per continuare a chiedere a gran voce il ripristino di principi di diritto e di sicurezza comune per entrambe le comunità. A tal fine esprimiamo tutta la nostra solidarietà e il nostro sostegno al Segretario Generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, al centro di attacchi pretestuosi solo per aver richiamato le parti al fondamentale dovere di essere costruttori di Pace“, sottolinea Sergio Bassoli dell’Esecutivo di Rete Pace Disarmo.

Punto di partenza fondamentale per questa azione è la garanzia di poter effettuare interventi umanitari a Gaza, in situazione ormai oltre l’emergenza e i civili allo stremo, e ripartire dal rispetto dei diritti umani e del diritto internazionale come primo passo per iniziare a prefigurare percorsi di Pace. Per questo anche la Rete Italiana Pace e Disarmo ha aderito al documento promosso da Amnesty International Italia e AOI Cooperazione e solidarietà internazionale in risposta a questa grave crisi.

Nel documento si sottolinea come: “Questa crisi non è scoppiata all’improvviso. Israele ha una lunga storia di crimini di guerra e crimini contro l’umanità, tra cui l’imposizione impune per decenni di un sistema di oppressione e discriminazione (…) Anche le numerose violazioni e crimini di guerra commessi dai gruppi armati e dalle forze di sicurezza palestinesi sono rimasti impuniti. Il pervasivo clima di impunità ha minato la fiducia nelle regole e nei principi del diritto internazionale, in primo luogo nell’umanità, come dimostrato dalla violenza senza precedenti contro i civili in Israele e dagli attacchi implacabili che hanno annientato intere famiglie a Gaza”. Per tali motivi la società civile ha il dovere di rimettere al centro della discussione l’importanza del diritto internazionale e la necessità di alzare la voce per difendere la dignità ed i diritti umani di tutte le persone coinvolte nel conflitto. E di conseguenza chiede al Governo italiano di:

  • esercitare pressioni sullo Stato d’Israele affinché ponga fine all’assedio totale della Striscia di Gaza, assicurando l’accesso a cibo, acqua, carburante, forniture mediche, elettricità e aiuti umanitari per tutta la popolazione
  • invitare tutte le parti a rispettare il diritto internazionale umanitario in ottemperanza delle Convenzioni di Ginevra e, in particolare, i divieti di attacchi contro civili ed obiettivi civili, di attacchi indiscriminati e sproporzionati, di punizioni collettive, di presa di ostaggi e di rapimento di civili, che possono costituire crimini internazionali
  • chiedere con forza a tutte le parti in conflitto di astenersi dal condurre operazioni militari che possano pregiudicare l’accesso sicuro ad assistenza umanitaria e cure mediche da parte dei civili
  • sostenere inequivocabilmente e incondizionatamente il lavoro della Corte Penale Internazionale, di cui l’Italia è parte, che nel 2021 ha aperto un’indagine formale sulla situazione nello Stato di Palestina, riguardante i crimini di competenza della Corte, commessi a partire dal giugno 2014
  • astenersi dal fornire armi a tutti gli attori del conflitto e chiedere agli altri Stati di fare altrettanto. 

Le iniziative organizzate in queste ore in tutta Italia a sostegno di un processo di pace per la Palestina e Israele si inseriscono nel programma di attività già previsto durante la Settimana delle Nazioni Unite per il Disarmo. Un’occasione formale voluta dall’ONU ogni anno partire dal 24 ottobre (Giornata della sua fondazione) per cerca di promuovere la consapevolezza e una migliore comprensione delle questioni del disarmo e della loro importanza trasversale. Anche per Rete Pace Disarmo occorre seguire una vera “Agenda per il Disarmo” al fine di costruire una società in Pace, basata sulla Nonviolenza. E’ quindi importante rilanciare proposte di riduzione della diffusione degli armamenti, di messa al bando dei sistemi d’arma più pericolosi e favorire lo spostamento di risorse dalle spese militari per raggiungere gli obiettivi di Sviluppo Sostenibile e affrontare l’emergenza sanitaria e climatica. Sono i temi che, oltre che negli appuntamenti già segnalati per la Pace in Palestina/Israele, verranno approfonditi nel Convegno “La pace è possibile! Anzi necessaria. Percorsi per un futuro positivo” in programma nel pomeriggio di sabato 28 ottobre a Pistoia con la partecipazione di diversi esponenti delle organizzazioni parte della Coalizione “Europe For Peace”.