L’ENAAT chiede agli eurodeputati di respingere i finanziamenti dell’UE per la proliferazione di munizioni e missili
La Rete europea contro il commercio di armi (European Network Against Arms Trade – ENAAT – di cui fa parte anche la Rete Italiana Pace e Disarmo) ha inviato una lettera aperta agli europarlamentari, invitandoli a votare contro la proposta di finanziamento dell’UE all’industria delle armi per incrementare la produzione di munizioni e missili (il cosiddetto programma ASAP).
Nel testo della lettera ENAAT invita gli eurodeputati (in particolare i membri del gruppo negoziale all’interno del cosiddetto Trilogo tra Consiglio, Commissione e Parlamento UE) a non cedere al ricatto delle altre istituzioni Europee respingendo in toto il regolamento ASAP, anche nella nuova versione proposta dagli Stati Membri. Il Regolamento ASAP è già molto problematico nella sua versione originale e contribuirà soprattutto alla proliferazione di munizioni e missili nel mondo, andando ad alimentare i conflitti.
ASAP mina il diritto del lavoro e le norme ambientali normalmente applicate all’industria, e l’esperienza dei programmi pilota del Fondo per la Difesa dimostra che queste “eccezioni” creano dei precedenti che poi tendono a diventare la norma. Si tratta di deroghe particolarmente scioccanti poiché contemporaneamente l’industria a produzione militare sta conducendo una campagna di lobby per presentarsi come sostenibile e socialmente utile, in modo da poter dirottare parte dei finanziamenti sostenibili a proprio vantaggio.
Considerata la posizione degli Stati membri, qualsiasi versione di compromesso non può che accentuare gli effetti più deleteri di questo Regolamento e trasformarlo definitivamente in sovvenzioni incondizionate per un’industria militare che, in maniera evidente e con piena ammissione, usa e abusa spudoratamente dell’invasione russa e della drammatica situazione degli ucraini per difendere i propri interessi finanziari, con la complicità di molti governi nazionali.
Il Parlamento europeo dovrebbe invece cogliere quest’ultima opportunità per difendere la propria indipendenza e il proprio ruolo decisionale, altrimenti correrà il rischio di diventare definitivamente un luogo istituzionale di mera presa d’atto di una politica di difesa europea asservita agli interessi sovranisti e industriali. Un simile precedente non può che indebolire il progetto democratico europeo nel suo complesso e ingannare i cittadini europei.