Obiezione alla guerra! Testimoni di nonviolenza da Israele e Palestina per dare voce a chi progetta la pace
Vengono da Israele e Palestina, dove il diritto internazionale viene calpestato, per rivendicare il diritto all’obiezione di coscienza! Lavorano insieme e rifiutano la guerra, l’esercito, le armi, l’odio.
Sofia Orr e Daniel Mizrahi vengono da Israele, hanno rifiutato armi e divisa, sono obiettori di coscienza e per questo reduci dal carcere. Tarteel Yasser Al Junaidi e Aisha Amer vengono dalla Palestina, sono attiviste nonviolente e difendono i diritti umani, contro l’occupazione.
Quattro testimoni di pace, che credono nel dialogo, e lavorano insieme, come “gruppo misto” israelo- palestinese. Rappresentano due importanti movimenti: Mesarvot, che è una rete di giovani attivisti israeliani che rifiutano di prestare il servizio militare obbligatorio, e Community Peacemaker Teams – Palestina (CPT) che sostiene la resistenza di base nonviolenta guidata dai palestinesi contro l’occupazione israeliana.
Giovedì 24 ottobre, dopo un’audizione alla Comitato permanente sui Diritti Umani nel mondo, saranno di nuovo alla Camera dei Deputati per una conferenza nella sala stampa di Montecitorio alle ore 16:00 con la presenza dei parlamentari dell’Intergruppo per la pace Tra la Palestina e Israele on. Stefania Ascari, on. Laura Boldrini e on. Nicola Fratoianni e rappresentanti della Rete italiana Pace e Disarmo.
Invitati dalla Campagna per l’Obiezione alla guerra promossa dal Movimento Nonviolento, sono stati ospiti, con conferenze stampa e iniziative pubbliche, in un tour di 10 giorni, da Milano a Bari, per far conoscere all’opinione pubblica italiana i volti e la voce di chi, dentro alla follia della guerra, già realizza progetti di pace, a partire dal rifiuto della violenza e delle armi. La richiesta è di sostenere concretamente e politicamente i movimenti nonviolenti, gli obiettori di coscienza, i pacifisti che lavorano per la convivenza dei due popoli. La richiesta di pace che si alza dalle popolazioni civili, è l’unica alternativa alla violenza cieca dell’esercito e dei gruppi armati che a Gaza, in Cisgiordania, in Libano e in Israele stanno seminando odio e vendetta. La spirale che ci sta portando al terzo conflitto mondiale può essere spezzata: l’obiezione alla guerra è il primo passo. Per questo chiediamo alle istituzioni, all’Unione Europea, al nostro governo, di riconoscere lo status di rifugiati politici a tutti gli obiettori di coscienza, disertori, renitenti alla leva, che fuggono dalle guerre e chiedono asilo e protezione.