Prossimi passi per un Trattato sui robot killer illustrati nel Rapporto del Segretario generale ONU

Prossimi passi per un Trattato sui robot killer illustrati nel Rapporto del Segretario generale ONU

L’individuazione come obiettivi e l’uccisione di esseri umani da parte di macchine autonome è una linea morale che non deve essere superata

La campagna Stop Killer Robots (di cui anche Rete Pace Disarmo fa parte) accoglie con favore la Relazione preliminare sui sistemi di armi autonomi pubblicata dal Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres il 6 agosto 2024.

Il Rapporto è stato richiesto dalla storica Risoluzione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite su tali sistemi d’arma presentata l’anno scorso dall’Austria e da un gruppo di 43 Stati co-sponsor* e adottata con una maggioranza schiacciante di 152 Stati a favore alla fine del 2023. Il Rapporto riflette le opinioni degli Stati membri, degli Stati osservatori, delle organizzazioni internazionali, della società civile, della comunità scientifica e dell’industria, che hanno fornito contributi sui modi per affrontare le sfide e le preoccupazioni che i sistemi di armi autonome sollevano da prospettive umanitarie, legali, di sicurezza, tecnologiche ed etiche e sul ruolo degli esseri umani nell’uso della forza. Al momento della pubblicazione, il Segretario generale aveva ricevuto 91 risposte a questa richiesta, dimostrando chiaramente che questo tema è una priorità per la comunità internazionale.

Nel Rapporto il Segretario generale osserva che i numerosi pareri presentati dagli Stati e da altre parti interessate dimostrano “una diffusa preoccupazione per il fatto che i sistemi d’arma [autonomi] hanno il potenziale per cambiare in modo significativo la guerra e possono mettere a dura prova o addirittura erodere i quadri giuridici esistenti”. Il Rapporto sottolinea come il diritto internazionale esistente sia insufficiente per affrontare le sfide poste dai sistemi di armi autonome. Ribadendo il suo appello per la definizione, entro il 2026, di uno strumento giuridicamente vincolante per proibire e regolamentare i sistemi di armi autonome, il Segretario generale afferma chiaramente nel rapporto che “l’individuazione autonoma come obiettivi di esseri umani da parte di macchine è una linea morale che non deve essere superata”.

Il Rapporto ribadisce il riconoscimento diffuso e consolidato degli “effetti deleteri” dei sistemi di armi autonome e sollecita gli Stati ad “agire con urgenza per preservare il controllo umano sull’uso della forza”. Fa inoltre luce sulle preoccupazioni relative alle armi autonome di diversi Stati che non hanno trovato riscontro nei colloqui in corso presso il GGE della Convenzione sulle armi convenzionali (CCW) sui sistemi di armi autonome letali, a causa della mancanza di universalità del forum e della portata limitata del lavoro del gruppo. Nei loro contributi al rapporto, diversi Stati “hanno espresso rammarico per la lentezza dei progressi” del GGE e “hanno invitato il gruppo a evitare ulteriori ritardi e a raggiungere risultati tangibili” prima del 2026, a dimostrazione della mancanza di un risultato credibile dopo anni di deliberazioni.

La campagna Stop Killer Robots accoglie con favore la profonda riflessione del Rapporto sulle fondamentali preoccupazioni umanitarie, ambientali, etiche, di diritti umani e di altro tipo sollevate dai sistemi di armi autonomi. Il Rapporto rileva che diversi Stati hanno ritenuto non etico prendere di mira gli esseri umani con armi autonome, e in particolare “delegare alle macchine la decisione di togliere una vita umana”. Secondo il testo del Segretario Generale ONU l’uso di sistemi d’arma autonomi “potrebbe portare alla perdita della dignità e alla disumanizzazione, con conseguenti violenze ingiustificate e vittime civili”. Gli Stati hanno raccomandato che uno strumento giuridicamente vincolante sui sistemi d’arma autonomi “affronti le questioni relative al targeting degli esseri umani”, un’opinione condivisa dalla campagna Stop Killer Robots. Gli Stati hanno anche espresso preoccupazione per i pregiudizi algoritmici nei sistemi di armi autonome, che esacerbano gli squilibri di potere esistenti e colpiscono in modo sproporzionato i gruppi emarginati e le popolazioni vulnerabili.

Il Rapporto pone inoltre le basi per valutare se i sistemi di armi autonome possano essere conformi al diritto internazionale dei diritti umani (IHRL) in particolare richiedendo che il requisito del controllo umano sia fondamentale per la conformità al diritto dei diritti umani e che l’uso di sistemi di armi autonome da parte di funzionari delle forze dell’ordine nazionali sollevi preoccupazioni specifiche.

Ma se c’è un dato fondamentale da trarre dal rapporto, è la constatazione del Segretario Generale Guterres che: “il tempo sta per scadere perché la comunità internazionale intraprenda un’azione preventiva su questo tema”. Dopo dieci anni di discussioni internazionali, uno strumento giuridicamente vincolante è l’unico modo efficace per iniziare ad affrontare le sfide e le preoccupazioni umanitarie, legali, di sicurezza, tecnologiche ed etiche sollevate dai sistemi di armi autonome. Gli Stati hanno l’opportunità di intraprendere un’azione decisiva e fiduciosa all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, che si aprirà a settembre. L’Assemblea generale delle Nazioni Unite è un forum che, come si legge nel rapporto, ha un’adesione quasi universale, un’ampia portata sostanziale ed è una sede per discussioni inclusive con tutte le parti interessate.

Il solo ricorso al diritto vigente non sarà sufficiente: i contributi degli Stati e degli esperti non governativi alle discussioni diplomatiche e a questo Rapporto lo hanno dimostrato categoricamente. Sono necessarie regole specifiche e chiarezza giuridica per proteggere l’umanità. È fondamentale che gli Stati negozino un trattato sui sistemi d’arma autonomi per iniziare a tracciare linee chiare ora.

 

 


* Stati co-sponsor: Antigua e Barbuda, Austria, Bahamas, Barbados, Belgio, Belize, Bulgaria, Cabo Verde, Costa Rica, Croazia, Cipro, Repubblica Ceca, Danimarca, Repubblica Dominicana, Ecuador, Figi, Germania, Guatemala, Honduras, Ungheria, Islanda, Irlanda, Italia, Kazakistan, Kiribati, Liechtenstein, Lussemburgo, Maldive, Malta, Messico, Montenegro, Paesi Bassi, Nuova Zelanda, Macedonia del Nord, Norvegia, Filippine, Repubblica di Moldova, San Marino, Sierra Leone, Slovenia, Sri Lanka, Svizzera, Trinidad e Tobago