Solo l’Italia tra i Paesi UE con testate NATO non parteciperà alla Conferenza di Vienna sul Trattato contro le armi nucleari

Solo l’Italia tra i Paesi UE con testate NATO non parteciperà alla Conferenza di Vienna sul Trattato contro le armi nucleari

“Italia Ripensaci” lancia un ultimo appello, intanto oggi arriva l’onorevole Boldrini

Dopo le ultime conferme da parte dei Governi alleati ormai è ufficiale: l’Italia sarà l’unica dei quattro paesi dell’Unione Europea che ospita testate nucleari NATO sul proprio territorio a non partecipare alla Prima Conferenza degli Stati Parti del Trattato per l’abolizione delle armi nucleari (TPNW) che si svolge a Vienna dal 21 al 23 giugno. Germania, Olanda e Belgio hanno invece già dichiarato la loro presenza come Stati osservatori, insieme ad Australia e Norvegia, anche loro membri della Nato.
“La scelta di non partecipare alla Conferenza di Vienna dimostra una mancanza di coraggio politico. Rivolgiamo ancora un ultimo appello al nostro Governo affinché decida di ripensarci ed essere presente”, è la richiesta della campagna “Italia Ripensaci”, promossa da Rete italiana Pace e Disarmo e da Senzatomica (partner italiani di ICAN – International Campaign to abolish nuclear weapons, premio Nobel per la Pace nel 2017).
Il rischio di una guerra nucleare è più alto di quanto non sia mai stato negli ultimi decenni: le conseguenze umanitarie sarebbero catastrofiche. Eppure, il disarmo non solo si è fermato, ma stiamo assistendo a una nuova irresponsabile corsa al riarmo nucleare. Per questo Senzatomica e Rete Italiana Pace e Disarmo sono a Vienna già da qualche giorno insieme alla società civile di tutto il mondo, a oltre cento governi e alle organizzazioni internazionali. Dopo aver partecipato all’ICAN Forum, che ha raccolto proposte e analisi degli attivisti di tutto il mondo tra cui la scelta di disinvestimento finanziario dagli arsenali nucleari promossa da Etica sgr, anche i rappresentanti della società civile italiana saranno oggi protagonisti della Conferenza sugli Impatti Umanitari delle armi nucleari organizzata dal Governo austriaco. Perché è solo dall’assistenza alle vittime e dai ristori ambientali che potranno partire percorsi concreti di disarmo nucleare, anche con il contributo del nostro Paese.
“Abbiamo la responsabilità di incoraggiare gli Stati che possiedono le armi nucleari e che ancora esitano nel prendere una posizione ad abbandonare le loro politiche basate sulla deterrenza – continuano Rete italiana Pace e Disarmo e Senzatomica – Ecco perché essersi riuniti questa settimana a Vienna è così importante. Il contenuto del dibattito internazionale è cambiato: il TPNW è la nuova norma. Dà voce alla maggioranza degli Stati che non accettano la logica secondo la quale queste armi garantiscano la sicurezza. In realtà esse rappresentano una minaccia per tutti noi e devono essere eliminate”. 

Intanto a Vienna proprio oggi è arrivata la prima firmataria della recente risoluzione sulle armi nucleari adottata dalla Commissione Esteri della Camera dei Deputati, l’onorevole Laura Boldrini che partecipa alla Conferenza internazionale dei Parlamentari convocata per oggi. “Finché ci saranno armi nucleari non saremo mai al sicuro – ha affermato l’onorevole Boldrini – Per questo trovo importante che parlamentari di molti paesi, organismi e associazioni internazionali si riuniscano a Vienna per la prima Conferenza degli stati parti del Trattato per la proibizione delle armi nucleari, a cui anch’io prenderò parte. Sono invece molto dispiaciuta che l’Italia non abbia firmato il Trattato e che – a differenza di altri paesi, inclusi alcuni membri della Nato come Germania e Norvegia – non partecipi neanche alla Conferenza in veste di paese osservatore, come sollecitato in una Risoluzione a mia prima firma approvata da tutta la maggioranza in Commissione Esteri. È comunque un segno di attenzione, se pure a mio avviso insufficiente, che l’Italia partecipi a un’iniziativa a latere, che riguarda gli impatti umanitari delle armi nucleari. Il mio impegno andrà avanti affinché l’Italia si coinvolga sempre di più nel processo di disarmo nucleare”.