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Esportazione di armi italiane in Yemen: responsabilità dello Stato e delle Aziende produttrici di armi

27 Ottobre 2020 ore 11:00 > 13:00

27 Ottobre 2020 dalle ore 11.00 alle 13.00 (via Zoom)
 
 
Migliaia di civili sono stati uccisi nel conflitto armato in Yemen, e milioni sono rimasti sull’orlo della fame dal settembre 2014, quando l’organizzazione Ansar Allah (nota anche come il gruppo degli Houthi) ha preso il controllo della capitale yemenita Sana’a con la forza, e la Coalizione internazionale guidata dall’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti ha iniziato la sua campagna militare. Durante questi sei anni di conflitto tutte le parti in guerra nello Yemen hanno commesso gravi violazioni dei diritti umani internazionali e del diritto umanitario. Gli attacchi aerei contro i civili e le infrastrutture civili in Yemen da parte della Coalizione militare guidata dall’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi possono costituire crimini di guerra. Il 9 settembre 2020, il gruppo di esperti sullo Yemen del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite ha ribadito questa constatazione, mettendo in discussione la responsabilità dei fornitori di armi, come l’Italia, nei confronti delle parti in conflitto.
 
Esistono ampie e affidabili prove che nella guerra nello Yemen vengano utilizzati equipaggiamenti militari prodotti in Italia, come gli aerei da combattimento Eurofighter Typhoon e Tornado (prodotti congiuntamente dal Consorzio Eurofighter, di cui Leonardo S.p.A. è uno degli azionisti) e le bombe della serie MK 80 (prodotte in particolare da RWM Italia S.p.A.), i cui resti sono stati trovati sul luogo di potenziali crimini di guerra in Yemen. Questo materiale viene esportato in Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e Kuwait. 
 
In questo contesto, l’11 dicembre 2019 è stata depositata una Comunicazione alla Corte Penale Internazionale da parte di ECCHR, Mwatana for Human Rights e delle loro organizzazioni partner, tra cui la Rete Italiana per il Disarmo (ora Rete Italiana Pace e Disarmo). La Comunicazione sollevava la questione della responsabilità delle aziende italiane ed europee produttrici di armi, nonché delle autorità nazionali che rilasciano licenze di esportazione, nel conflitto yemenita. Queste organizzazioni della società civile internazionale chiedono un’indagine sulla presunta complicità dei dirigenti delle aziende in 26 attacchi aerei che hanno ucciso o ferito illegalmente civili e distrutto o danneggiato scuole, ospedali e altri luoghi protetti.
 
Inoltre il 17 aprile 2018 ECCHR, Mwatana e Rete Disarmo hanno depositato una denuncia congiunta presso la Procura della Repubblica del Tribunale di Roma richiedendo un’indagine sulla responsabilità penale dei funzionari di RWM Italia S.p.A. e dei funzionari del Governo italiano per l’esportazione di armi ai membri della coalizione guidata dall’Arabia Saudita. Il caso si è concentrato sui resti di una bomba MK80 trovata sul luogo di un attacco aereo che ha colpito una famiglia di sei persone nel villaggio di Deir Al-Hajari nell’Ottobre 2016. Oltre quattro anni sono passati da quel bombardamento, e le vittime attendono ancora giustizia. 
Nel settembre 2019 il Procuratore responsabile dell’indagine ha chiesto l’archiviazione del caso. Le organizzazioni denuncianti hanno però presentato ricorso contro questa decisione e al momento è prevista un’udienza davanti al GIP nel Gennaio del 2021.
 
In risposta alle gravi violazioni dei diritti umani commesse nello Yemen, nel luglio 2019 il Governo italiano ha sospeso fino a gennaio 2021 tutte le licenze per bombe aeree, missili e loro componenti verso l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti. Diverse organizzazioni umanitarie,  per la Pace e per il disarmo in Italia hanno lanciato un appello al Governo Italiano affinché sia decisa una proroga di questa misura ed una sua estensione a tutti i tipi di armamenti e verso tutti i membri della Coalizione guidata dall’Arabia Saudita. 
 
In questa conferenza online verranno affrontate varie questioni relative a questo tema, tra cui:  
  • Qual è il ruolo delle armi italiane nel conflitto in corso nello Yemen?
  • Le licenze di esportazione di armi esonerano le aziende da una responsabilità penale?
  • L’industria italiana delle armi e i funzionari governativi possono essere chiamati a rispondere della loro presunta complicità nei crimini di guerra commessi in Yemen? 
  • Quali sono gli obblighi internazionali dell’Italia in materia di esportazioni di armi e quali sono i punti deboli del sistema italiano di controllo delle esportazioni?  
  • Quali sono state le carenze dell’attuale misura di sospensione delle esportazioni di armi e quale potrebbe essere il prossimo passo verso la definitiva cessazione delle vendite di armi italiane alla Coalizione militare guidata dall’Arabia Saudita?
Con la partecipazione di:
  • Bonyan Jamal, Accountability Specialist, Mwatana for Human Rights
  • Cannelle Lavite, Consulente legale, Imprese e Diritti Umani, ECCHR
  • Francesca Cancellaro, Avvocatessa, Studio Legale Gamberini 
  • Francesco Vignarca, Coordinatore Campagne, Rete Italiana Pace e Disarmo  
 
Membri del Governo, del Parlamento e delle ONG italiane che lavorano sul conflitto nello Yemen saranno invitati a partecipare a un dibattito aperto dopo il primo giro di interventi da parte degli esperti delle organizzazioni promotrici dell’evento.

 


 
L’evento si terrà in italiano e in inglese, con traduzione simultanea. 
Per partecipare è obbligatorio registrarsi a questo link o sul sito www.retepacedisarmo.org