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Fame di pace e di diritti – CESSATE IL FUOCO!
23 Febbraio ore 17:30 > 19:30
Manifestazione cittadina a Bologna
Musica, teatro e parole per l’immediato Cessate il Fuoco in Palestina e Ucraina
UNICA STRADA PER IL FUTURO
Musica: LionD
Teatro: Bergonzoni – Campisi – Musti
Parole: Fornasir e Franchi – Marra – Miraglia – Monticelli
Saluti: Ara (Comune di Bologna) – Zamboni (Regione Emilia-Romagna) –
Conclude: Gianfranco Pagliarulo presidente ANPI
Giornata nazionale di mobilitazione nelle Città italiane per il Cessate il Fuoco in Palestina e Ucraina – Manifestazione a Bologna VENERDI 23 FEBBRAIO
Venerdì 23 febbraio i pacifisti si raduneranno in piazza Lucio Dalla alle 17.30 per chiedere a gran voce l’interruzione delle guerre. “Partecipiamo, non è facoltativo”, l’appello del Portico della pace, anima di tutte le iniziative sotto le Due Torri per chiedere la fine dei conflitti in Ucraina e in Palestina e lo stop all’uso delle armi.
La giornata del 23 vede un documento (promosso da Rete Pace Disarmo, Europe for peace e Coalizione Assisi pace giusta) che fa appello a movimenti, reti, associazioni, sindacati, parrocchie e comitati, a mobilitarsi nelle piazze “per ribadire il no a tutte le guerre e il no al riarmo, per costruire un mondo di pace, di sicurezza e benessere per tutte e tutti, per chiedere alle Istituzioni italiane ed europee di scegliere la via della pace”
Stop alle armi e cessate il fuoco
Come? Con “la messa al bando delle armi nucleari; la riduzione immediata delle spese militari a favore della spesa sociale, sanitaria, per la tutela ambientale del territorio e per difesa civile e nonviolenta; la riconversione dell’industria bellica, che sta traendo immensi profitti dalle guerre e dai conflitti armati; l’immediato cessate il fuoco in Ucraina e nella Striscia di Gaza; la liberazione degli ostaggi israeliani e dei prigionieri palestinesi, la fine dell’assedio e dell’isolamento di Gaza, il libero accesso agli aiuti umanitari e l’assistenza alla popolazione palestinese; il riconoscimento dello Stato di Palestina, la fine dell’occupazione e della violenza in Cisgiordania”. Non manca il pensiero ad altre aree di crisi nel mondo (Afghanistan, Myanmar, Nagorno Karabakh, Iran) e si chiede “lo stanziamento dello 0,7% del Pil a favore della cooperazione allo sviluppo”. Indispensabili anche “la promozione di conferenze regionali di Pace sotto l’egida delle Nazioni Unite, per ricostruire convivenza e sicurezza nelle regioni martoriate da guerre in Medio Oriente e Africa”.
Ucraina, Siria e Africa
Il Portico della pace ricorda poi che “si compiono i due anni di guerra in Ucraina, con centinaia di migliaia di morti, milioni di profughi in fuga ed un terzo del paese distrutto. In Siria, dopo 13 anni di guerra, i risultati sono centinaia di migliaia di morti e la distruzione di una secolare convivenza inter-religiosa e inter-comunitaria. In Africa, guerre e neo-colonialismo non hanno mai cessato di coesistere e di schiacciare le speranze di democrazia e di libertà. L’ultimo e più drammatico esempio di questa spirale distruttiva è ancora una volta in Medio Oriente”.
E’ “una escalation di crimini di guerra, che condanniamo e che debbono essere fermati immediatamente per affrontare politicamente e culturalmente le cause che li hanno determinati, applicando il diritto internazionale, il diritto di autodeterminazione di entrambi i popoli, come riconosciuto dalle risoluzioni Onu”.