Hanno scelto le armi

Hanno scelto le armi

Cosa ci difende meglio oggi dalla pandemia? Un nuovo cacciabombardiere o 500 posti di terapia intensiva in più e 5mila infermieri e dottori che potrebbero essere assunti per tre anni con gli stessi soldi? 

Era questa la domanda (retorica) che Rete Italiana Pace e Disarmo e Sbilanciamoci si ponevano lo scorso novembre 2020, mentre il Parlamento stava discutendo la Legge di Bilancio per il 2021. Un budget che prevedeva di destinare – come poi è stato confermatooltre 6 miliardi di euro a nuovi armamenti. Invece per noi era chiaro che sarebbe servito un cambio di rotta: più Sanità ed Istruzione, meno armi!

Da qui è nata la proposta di una Moratoria per il 2021 su tali spese di “procurement militare” con un riutilizzo più sensato dei fondi in gioco. Una proposta che né Governo né Parlamento hanno voluto considerare ed accettare, perché hanno invece “scelto le armi”.

Per questo motivo riproponiamo da oggi le grafiche della nostra mobilitazione online, evidenziando il “negativo” risultato determinato dalla sordità della politica alle richieste della società civile. Nemmeno nell’anno della pandemia (che ha dimostrato come siano sanità, lavoro, welfare, scuola, cura dell’ambiente a salvare la vita delle persone e non le armi) si è avuta la decenza di – quantomeno – sospendere gli acquisti di sommergibili, navi militari, carri armati, cacciabombardieri, munizionamento, cannoni, blindati…

COSA PUOI FARE TU?

Sostieni le richieste della Campagna Globale sulle Spese Militari GCOMS aderendo all’appello “Definanzia gli eserciti, difendi le persone e il Pianeta” durante le Giornate Globali di azione 2021 (dal 10 aprile al 17 maggio).

Rilancia le grafiche (vedi in fondo alla pagina) prodotte da Sbilanciamoci e Rete Italiana Pace e Disarmo per rendere evidente l’insensatezza di aver scelto di non trasferire fondi dalla spesa militare alle spese sociali, in particolare per Sanità e Scuola.

Fai pressione sui tuoi Parlamentari di riferimento e diffondi le informazioni che trovi sui nostri siti e sui canali social delle nostre organizzazioni