Risoluzione nell’Assemblea Generale ONU contro i sistemi d’arma autonomi: storica opportunità per gli Stati di fermare i “killer robots”
In programma a ottobre il voto cruciale su una Risoluzione presentata all’Assemblea generale delle Nazioni Unite (UNGA) di New York contro le armi autonome (“killer robots”): gli Stati possono prendere posizione a favore dell’umanità, tracciando la strada per un nuovo diritto internazionale.
La Campagna “Stop Killer Robots” invita tutti i Paesi ad un passo positivo verso l’avvio di negoziati internazionali, sostenendo l’appello congiunto del Segretario generale delle Nazioni Unite e del Presidente della Croce Rossa Internazionale che esorta i Governi a stabilire divieti e regole sulle armi autonome.
L’intelligenza artificiale e le tecnologie automatizzate si stanno sviluppando rapidamente e ormai si parla di armi con funzioni autonome utilizzate nei conflitti. Le armi letali autonome (LAWS) sollevano profonde sfide legali, etiche, umanitarie e di sicurezza. La disumanizzazione e l’uccisione di persone da parte di tecnologie basate su intelligenza artificiali in contesti militari è inaccettabile e avrà conseguenze terribili anche nelle attività di polizia, nel controllo delle frontiere e nella società in generale.
Dopo 10 anni di discussioni internazionali sul tema senza risultati concreti, la Risoluzione presentata nell’ambito del Primo Comitato dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite che si terrà a ottobre è un banco di prova fondamentale per capire quali Stati vogliono fare progressi e rappresenta un passo fondamentale verso un Trattato internazionale di messa al bando delle LAWS. La Risoluzione è stata presentata dall’Austria e sostenuta da un gruppo eterogeneo di Stati, tra cui Belgio, Costa Rica, Germania, Irlanda, Messico, Nuova Zelanda, Filippine, Sierra Leone, Sri Lanka e Svizzera. Se adottata, la Risoluzione porterà alla creazione di un processo che consentirà a tutti gli Stati di presentare le loro opinioni sulle armi autonome e dovrebbe stabilire una chiara tabella di marcia per la negoziazione di un nuovo Trattato sull’autonomia artificiale negli armamenti
Negli ultimi anni circa 100 Stati – in forme diverse – hanno chiesto uno strumento giuridico sulle armi autonome. Ma le discussioni per l’adozione di tale strumento sono state finora bloccate da una minoranza di Stati militarizzati che stanno investendo pesantemente nello sviluppo di armi autonome: nell’Assemblea generale delle Nazioni Unite questi Paesi non avranno però il potere di bloccare ulteriormente il dibattito. Ecco perché questa Risoluzione presenta una via d’uscita ad una situazione di stallo insostenibile su questo tema.
Migliaia di esperti e scienziati di tecnologia e intelligenza artificiale, la campagna Stop Killer Robots, Amnesty International, Human Rights Watch, il Comitato Internazionale della Croce Rossa, 26 premi Nobel e la società civile in generale hanno sempre chiesto di negoziare con urgenza una nuova norma di diritto internazionale che affronti la questione dell’autonomia dei sistemi d’arma e garantisca un controllo umano significativo sull’uso della forza. Una posizione ribadita in queste ore da un importante appello congiunto del Segretario Generale delle Nazioni Unite António Guterres e della Presidente del Comitato Internazionale della Croce Rossa Mirjana Spoljaric, che hanno chiesto agli Stati di “stabilire con urgenza nuove regole internazionali sui sistemi di armi autonome, per proteggere l’umanità”.
Rilevando “la crescente disponibilità e accessibilità di sofisticate tecnologie nuove ed emergenti, come quelle della robotica e dell’intelligenza artificiale, che potrebbero essere integrate in armi autonome”, l’appello sottolinea le gravi preoccupazioni umanitarie, legali, etiche e di sicurezza poste da tali sistemi. La richiesta è chiara: “Dobbiamo agire ora per preservare il controllo umano sull’uso della forza. Il controllo umano deve essere mantenuto nelle decisioni di vita o di morte. La scelta di esseri umani come bersagli stabilita autonomamente da parte di macchine è una linea morale che non dobbiamo oltrepassare. Le macchine che hanno il potere e la discrezione di prendere vite senza il coinvolgimento umano dovrebbero essere proibite dal diritto internazionale”. L’appello chiede la negoziazione di divieti e regolamenti specifici da concludersi entro il 2026 e implora gli Stati a “intraprendere subito un’azione decisiva per proteggere l’umanità”.
“Dopo averne parlato per 10 anni, gli Stati hanno l’opportunità di chiarire la loro reale posizione sulle armi autonome. Questa Risoluzione è il primo passo fondamentale per iscrivere nel diritto internazionale il controllo umano significativo su tutte le attività militari e degli armamenti. Un voto a sostegno di questa Risoluzione mostrerà quali Stati sono seriamente intenzionati a impedire una delega di decisioni di vita e di morte alle macchine. Ci aspettiamo che l’Italia faccia la sua parte in modo positivo” sottolinea Francesco Vignarca, Coordinatore Campagne della Rete Italiana Pace Disarmo partner della Campagna Stop Killer Robots insieme all’Istituto di Ricerche Internazionali Archivio Disarmo.
#VoteAgainstTheMachine
A sostegno della risoluzione, Stop Killer Robots ha lanciato la campagna #VoteAgainstTheMachine chiedendo ai Governi di tutto il mondo di votare positivamente alla Risoluzione, per prendere posizione contro lo sviluppo e l’uso di macchine che prendono decisioni di vita e di morte e per compiere un passo positivo verso l’avvio di negoziati internazionali.
Il mondo chiede che si agisca per avviare i negoziati per un nuovo trattato sui sistemi di armi autonome. Attraverso questa risoluzione, gli Stati hanno l’opportunità di superare collettivamente i gravi rischi posti dai sistemi di armi autonome, contrastare la disumanizzazione digitale e costruire un futuro che sostenga il diritto internazionale, i principi etici, la pace e la sicurezza per tutti. La Campagna Stop Killer Robots insieme ai suoi partner nazionali (tra cui Rete Pace Disarmo e Archivio Disarmo) esorta tutti gli Stati a sostenere la Risoluzione e a dimostrare che i leader mondiali sono in grado e disposti a salvaguardare i diritti e le dignità dell’umanità di fronte al rapido avanzamento dei cambiamenti tecnologici.