161 Stati hanno votato contro le armi autonome all’Assemblea Generale dell’ONU

161 Stati hanno votato contro le armi autonome all’Assemblea Generale dell’ONU

Ampio sostegno alla seconda Risoluzione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite sulle armi autonome: il dibattito viene esteso a tutto il 2025, imponendo che i colloqui a New York includano per la prima volta tutti gli Stati. Anche l’Italia ha “votato contro la macchina”.

Valutazione positiva, anche se non pienamente soddisfacente, del testo della Risoluzione da parte di Rete Pace Disarmo e della campagna Stop Killer Robots

Il 5 novembre 2024, il Primo Comitato dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato per il secondo anno consecutivo una Risoluzione sui sistemi d’arma autonomi, consapevole delle “serie sfide e preoccupazioni che le nuove ed emergenti applicazioni tecnologiche in ambito militare, comprese quelle relative all’intelligenza artificiale e all’autonomia nei sistemi d’arma, [sollevano] da prospettive umanitarie, legali, di sicurezza, tecnologiche ed etiche”. Il risultato del voto sulla Risoluzione L.77 è stato di 161 Stati a favore (tra cui l’Italia), 3 contrari e 13 astensioni.

Ulteriore piccolo passo verso un Trattato sui sistemi d’arma autonomi ormai con ogni evidenza necessario, la nuova Risoluzione esplicita un mandato per ampliare il dibattito e sostiene un allargamento della comprensione del tema dei cosiddetti “killer robots”. Fornendo inoltre una piattaforma per un esame completo e inclusivo delle questioni sollevate nel Rapporto del Segretario Generale sul tema. I colloqui che si terranno nel 2025 daranno l’opportunità di esaminare aspetti che non sono al centro degli attuali scambi nell’ambito della Commissione CCW di Ginevra – come l’etica e i diritti umani – che gli Stati possono e devono utilizzare per costruire solide basi per i negoziati su un Trattato che risponda in modo completo a tutti i problemi sollevati dalle armi autonome.

Presentata dall’Austria e da un gruppo di 26 Stati co-sponsor, la Risoluzione solleva preoccupazioni per le “conseguenze negative e l’impatto dei sistemi d’arma autonomi sulla sicurezza globale e sulla stabilità regionale e internazionale, compreso il rischio di una corsa agli armamenti emergente, di esacerbare i conflitti esistenti e le crisi umanitarie, di errori di calcolo, di abbassare la soglia e l’escalation dei conflitti e di proliferazione, anche a destinatari non autorizzati e ad attori non statali” e sottolinea “l’importanza del ruolo degli esseri umani nell’uso della forza per garantire la responsabilità e il rispetto del diritto internazionale da parte degli Stati”. Il testo prende inoltre atto dei “ripetuti appelli del Segretario generale a concludere con urgenza i negoziati per uno strumento giuridicamente vincolante con divieti e regolamenti per i sistemi di armi autonome, in linea con un approccio a due livelli”.

Pur considerando questo voto un passo positivo, la campagna Stop Killer Robots (di cui anche Rete Pace Disarmo fa parte) ritiene estremamente deludente che questa Risoluzione non rifletta il chiaro desiderio della maggioranza della comunità internazionale di avviare urgentemente negoziati su uno strumento giuridicamente vincolante sui sistemi di armi autonome. I rapporti sull’uso da parte di Israele di strumenti militari basati sull’Intelligenza Artificiale a Gaza hanno mostrato il danno devastante e inaccettabile che può derivare dal tentativo di aumentare la velocità della violenza attraverso l’IA e l’automazione, con una erosione del controllo umano significativo nel processo decisionale sull’uso della forza, con conseguente riduzione delle persone a “serie di dati”. I programmi nazionali di sviluppo degli armamenti di altri Stati, come gli Stati Uniti e la Russia, continuano a dimostrare che le strutture militari di vari Paesi stanno già cercando di competere per ottenere vantaggi militari attraverso l’aumento dell’autonomia dei sistemi d’arma. Con il dibattito su questa Risoluzione gli Stati hanno avuto l’opportunità (ma non l’hanno colta, scegliendo un testo poco coraggioso) di rispondere all’urgenza di proteggere i civili richiesta dagli sviluppi degli attuali conflitti e di dimostrare chiaramente l’impegno a perseguire lo sviluppo di un nuovo diritto internazionale sulle armi autonome.

Purtroppo le prospettive positive sul testo di Risoluzione per l’Assemblea Generale 2024 sono state limitate con successo da un piccolo numero di Stati altamente militarizzati, che hanno richiesto modifiche per ridurne significativamente la portata. Ulteriore dimostrazione di quanto sia fondamentale che i sistemi d’arma autonomi siano discussi in un forum accessibile a tutti, senza che chiunque possa bloccare il percorso. Così come è stata adottata, la Risoluzione di quest’anno rappresenta un approccio modesto che si basa sulla risoluzione 78/241 del 2023 e sulla dichiarazione congiunta sulle armi autonome rilasciata da 70 Stati nel 2022. I principali Paesi sponsor della risoluzione si sono adoperati per redigere un Testo complementare e di supporto all’attuale mandato del Gruppo di esperti governativi sui sistemi di armi autonome letali (GGE LAWS) della Convenzione sulle armi convenzionali (CCW) di Ginevra.

La Risoluzione prevede la convocazione di due giorni di consultazioni informali nel 2025 a New York “per esaminare il rapporto del Segretario generale in piena complementarietà e in modo da sostenere l’adempimento del mandato del Gruppo di esperti governativi, al fine di favorire la comprensione della comunità internazionale della questione discutendo l’intera gamma di opinioni ricevute, comprese le proposte e gli aspetti rilevanti sollevati nel rapporto che finora potrebbero non essere stati discussi in dettaglio nel Gruppo di esperti governativi”. Le consultazioni saranno aperte alla partecipazione di tutti gli Stati membri delle Nazioni Unite e degli Stati osservatori, delle organizzazioni internazionali e regionali, del Comitato internazionale della Croce Rossa e della società civile, compresa la comunità scientifica e l’industria.

Stop Killer Robots è pronta a sostenere gli Stati impegnati a prevenire l’automazione delle decisioni di vita o di morte nei confronti delle persone e la disumanizzazione digital, augurandosi di poter partecipare alle consultazioni informali del 2025. “Anche noi condividiamo la delusione della campagna internazionale Stop Killer Robots per l’approvazione di un testo poco coraggioso in ambito Primo Comitato UNGA – sottolinea Francesco Vignarca, coordinatore campagne di Rete Pace Disarmo – ma quantomeno siamo contenti che l’Italia (che di recente ha dimostrato di essere troppo allineata agli Stati più militarmente avanzati sulle armi autonome) abbia deciso di votare favorevolmente“.

Rete Pace Disarmo ed Amnesty International Italia, in una recente audizione presso la Commissione Esteri della Camera dei Deputati, hanno sollevato la problematicità del tema della armi autonome ed il rischio che l’Italia non si esprima fortemente a favore di una regolamentazione che parta dal rispetto dei diritti umani e dal pericolo per i civili che questi armamenti configurano. “Chiediamo in particolare al Parlamento di assumersi la responsabilità di indirizzare il Governo verso posizioni di disarmo umanitario, e non allineamento con gli interessi militari delle grandi potenze” conclude Vignarca.