La conferenza di Vienna afferma l’impegno per un nuovo diritto internazionale sulle armi autonome
La conferenza “L’umanità al bivio: le armi autonome e la sfida della regolamentazione”, tenutasi a Vienna, segna il più grande incontro sulle armi autonome al di fuori delle Nazioni Unite e dimostra il crescente consenso sulla necessità di nuove regole legalmente vincolanti
Il 29 e 30 aprile 2024, a Vienna, l’Austria ha ospitato la Conferenza “L’umanità al bivio: le armi autonome e la sfida della regolamentazione”. Questa Conferenza ha segnato il più grande incontro sul tema dell’autonomia dei sistemi d’arma al di fuori delle Nazioni Unite, con 144 Stati presenti, oltre 1.000 partecipanti, una rappresentanza di alto livello dei ministri degli Esteri di tutto il mondo, tavole rotonde di esperti e una forte e significativa presenza della società civile (tra cui 60 attivisti della Campagna Stop Killer Robots). Un’ampia partecipazione che dimostra chiaramente il crescente consenso sulla necessità di nuove regole giuridicamente vincolanti sulle armi autonome.
Nel suo discorso di apertura della conferenza, il Ministro federale austriaco per gli Affari europei e internazionali Alexander Schallenberg ha sottolineato come “la tecnologia sta avanzando a grande velocità, mentre la politica è in ritardo” e ha affermato che “non si può sopravvalutare l’urgenza” della necessità di una regolamentazione, affermando: “Questo è il “momento Oppenheimer” della nostra generazione! Non possiamo lasciarlo passare senza agire. È il momento di concordare regole e norme internazionali per garantire il controllo umano” su tutti i tipi di armamento.
Il Ministro Schallenberg ha invitato gli Stati a “garantire almeno che la decisione più profonda – chi vive e chi muore – rimanga nelle mani degli esseri umani e non delle macchine”, aggiungendo che “l’umanità è al bivio – non dobbiamo sbagliare a scegliere la strada giusta”.
Similmente, la relazione di sintesi della Presidenza della Conferenza sottolinea che la tecnologia dovrebbe “potenziare le persone, non disumanizzarle”, evidenziando che “il controllo umano deve prevalere nell’uso della tecnologia. La delega alle macchine delle decisioni sulla scelta degli obiettivi, oltre che sulla vita e sulla morte è una questione che riguarda tutti noi. Mette profondamente in discussione il nostro contratto sociale globale e la Carta delle Nazioni Unite“.
La sintesi della presidenza sottolinea inoltre che “prendere di mira le persone è una questione etica molto urgente” e che “la distanza devisionale e la disumanizzazione, i rischi di abbassare la soglia politica per l’uso della forza e i rischi di escalation, anche attraverso l’interazione macchina-macchina, sollevano ulteriori preoccupazioni”.
La Campagna di Stop Killer Robots (di cui anche Rete Pace Disarmo fa parte) ha esorta dunque “la comunità internazionale a riconoscere che ci troviamo in un momento storico cruciale, in cui dobbiamo lavorare insieme per limitare l’uso dell’autonomia nei sistemi d’arma. I conflitti in corso dimostrano l’urgenza e la necessità di nuove regole e limiti legali. Questo è un momento in cui possiamo fare la differenza, che riguarderà tutti noi e le generazioni a venire. Ma è fondamentale agire subito“.
Per ottenere lo strumento giuridicamente vincolante di cui c’è urgente bisogno, gli Stati devono impegnarsi ad agire dopo Vienna. Questa nuova norma dovrà essere negoziata attraverso un processo trasparente e inclusivo, motivato dalla determinazione condivisa di garantire che le decisioni sulla vita e sulla morte non siano delegate alle macchine. Stop Killer Robots è pronta a sostenere gli Stati in questo sforzo.